Assobioplastiche, associazione che rappresenta i produttori e trasformatori di plastiche biodegradabili e compostabili, sottolinea che nel nascente mercato italiano delle bioplastiche non esiste né potrebbe esistere alcuna posizione monopolistica. Anche se c’è chi stenta ad accorgersene, nel nostro Paese le cose sono cambiate negli ultimi decenni e la produzione dei beni è ora globale. È strano doverlo ricordare nel 2012. Ma forse utile.
Studi internazionali condotti da Frost & Sullivan e Lux Research identificano i principali player in Basf (Germania), Sphere (Francia), Novamont (Italia) e Natureworks (Usa) che, rispettivamente, dichiarano una capacità produttiva di 60.000, 40.000, 120.000 e 140.000 t/anno. A questi possiamo aggiungere, a titolo di esempio, FKuR (Germania), Biop (Germania), Limagrain Cereal Ingredients (Francia), Cereplast (Usa), Kingfa (Cina), Showa Denko (Giappone), Mitsubishi (Giappone).
Il link a okcompost.be, sotto riportato, può essere consultato da chi è interessato ad avere la lista completa dei prodotti certificati secondo la norma EN13432 da uno dei maggiori istituti in questo settore.
Il distretto delle bioplastiche sta progredendo rapidamente in tutto il mondo e in particolare in Italia, dove nascono nuove iniziative industriali (di aziende europee o americane che, insolitamente per l’Italia, decidono di far partire proprio nel nostro Paese iniziative di green economy) o processi di reindustrializzazione. Ciò grazie alla implementazione delle recenti politiche industriali italiane che procedono in parallelo o addirittura anticipano le più innovative linee di pensiero sulla bioeconomia, vista come grande opportunità per rilanciare la competitività partendo dalla sostenibilità ambientale e l’innovazione. Obiettivi espressi dal Gruppo di Alto Livello sulla Competitività dell’Industria Bioeconomia, dalle Lead Market Initiatives, dalla programmazione della ricerca europea 2014-2020 (Horizon).
Quindi, se si guarda cosa succede nel mondo, non si può che concludere che non si vedono monopoli, ma opportunità, da cogliere. Tutto questo senza danneggiare l’ambiente, ma in modo coerente con il quadro normativo europeo che specifica in modo inequivocabile quali sono le caratteristiche di biodegradabilità e di sicurezza che devono avere i prodotti conformi alle direttive e alle relative norme armonizzate, approvate dalla Commissione Europea, come la Uni En 13432 sugli imballaggi biodegradabili e sui compost.
OK compost – Conformity Mark: www.okcompost.be/data/pdf-document/okc-mate.pdf
Assobioplastiche: www.assobioplastica.org