Mentre le maggiori personalità a livello mondiale entrano nella fase finale dei negoziati in vista del forum sul clima di Copenhagen, quasi un quarto della popolazione globale - 1,5 miliardi di persone - vive senza elettricità, di cui l’80% localizzato nei Paesi peggio sviluppati (Least Developed Countries – Ldc) del Sud dell’Asia e dell’Africa sub-sahariana. Questo viene mostrato dal nuovo rapporto Onu che fa luce sulla triste condizione di 3 miliardi di persone che non hanno accesso ai moderni servizi di rifornimento energetico.
Il rapporto, intitolato “La situazione dell’accesso all’energia nei Paesi in via di sviluppo”, è stato redatto in collaborazione con l’Undp (United Nation Development Programme) e l’Organizzazione mondiale per la Sanità, col supporto di Iea (International Energy Agency).
Quasi la metà dell’umanità è completamente disconnessa dal dibattito su come condurre il progresso umano con meno emissioni e un’energia più verde, perché la loro realtà è molto più elementare rispetto a questo: essi portano pesanti carichi di acqua e cibo sulla loro schiena, dal momento che non hanno mezzi di trasporto; cucinano sul fuoco da legna che danneggia la loro salute, non con elettricità, gas o petrolio. Anche venire incontro ai bisogni di energia di queste popolazioni è importante per un nuovo accordo sul clima.
Secondo il rapporto, per dimezzare la proporzione di persone che vivono in povertà entro il 2015 - il primo degli otto obiettivi internazionalmente concordati (Millennium Development Goals) -1,2 in più miliardi di persone avranno bisogno di accedere all’elettricità e 2 miliardi in più necessiteranno di avere accesso a carburanti come gas naturale o propano.
Due milioni di persone ogni anno muoiono per cause associate all’esposizione a fumo proveniente da cottura di cibo con biomassa e carbone, e il 99% di queste morti avviene nei Paesi in via di sviluppo. Negli Lcd e nell’Africa sub-sahariana, metà delle morti per pneumonia nei bambini sotto i sei anni, malattie croniche dei polmoni e cancro polmonare negli adulti sono attribuiti all’uso di combustibili solidi, rispetto al 38% nei Paesi in via di sviluppo.
Espandere l’accesso all’energia è essenziale per contrastare la povertà globale. E ciò deve succedere al prezzo più basso e nel modo più pulito e sostenibile possibile per aiutare i Paesi in via di sviluppo a stabilire una rotta a basso consumo di carbone verso il progresso.
Iea, Undp e Organizzazione mondiale per la Sanità hanno unito le forze per combattere la povertà di energia nel mondo che tende verso lo sviluppo. Lo studio recentemente presentato da Iea, World Energy Outlook 2009, cerca di aggiunger uno slancio verso l’imminente vertice di Copenhagen riguardo i problemi energetici, descrivendo passi pratici necessari per un’energia sostenibile futura come parte di un accordo globale sul clima.
Onu: www.un.org
Who: www.who.int
Iea: www.iea.org
Undp: www.undp.org