“Un’occasione straordinaria per far conoscere il caso di bioeconomia – intesa come rigenerazione territoriale – che stiamo costruendo in Sardegna, con l’ambizione che industria, agricoltura, mondo della ricerca e istituzioni locali lavorino insieme ad un progetto complesso ma concreto di bioraffineria integrata nel territorio dedicata alla produzione di bioplastiche, biochemicals e proteine per l’alimentazione animale a partire da aridocolture, dall’applicazione di nuove tecnologie e dal recupero di siti non più competitivi”, così ha commentato Catia Bastioli, Amministratore Delegato di Novamont e Matrìca, la joint venture paritetica Versalis-Novamont costituita nel 2011 per la riconversione, attraverso tecnologie prime al mondo frutto della ricerca Novamont, dello stabilimento chimico di Porto Torres in una bioraffineria, e che ha ospitato la delegazione di oltre 100 partecipanti provenienti da tutta Europa.
La due giorni sarda della delegazione è iniziata presso il Centro Ricerche di Porto Conte (Alghero) con il workshop “Building New Biomass Supply Chains for the Bio-Based Economy”, organizzato dalla Direzione Generale Agricoltura della Commissione Europea.
Obiettivo generale del workshop è stato la promozione di meccanismi di cooperazione tra settore agricolo e forestale e industria, per garantire un approvvigionamento stabile e affidabile di materie prime da fonti rinnovabili senza impatti negativi sulla sostenibilità, nonché un reddito equo per gli agricoltori e i silvicoltori. Nello specifico, il workshop intendeva: coinvolgere le parti interessate quali agricoltori, silvicolori, cooperative, imprese, istituzioni nazionale e regionali, consulenti e servizi di supporto all’innovazione; individuare ed affrontare le barriere tecniche, economiche, normative e sociali allo sviluppo di nuove filiere; assicurare la sostenibilità della filiera della biomassa.
Tra i partecipanti, agricoltori, silvicoltori, cooperative, istituzioni nazionale e regionali, consulenti e servizi di supporto all’innovazione, rappresentanti di diversi settori industriali e cluster.
In questo contesto, la partnership avviata tra Novamont e Coldiretti in Sardegna in relazione alla coltura del cardo è stata scelta dalla Commissione Europea – Direzione Generale Agricoltura come caso studio concreto di filiera innovativa.
Il cardo, aridocoltura a basso input adatta al clima mediterraneo coltivata su terreni abbandonati e rimasti incolti, viene infatti utilizzato in tutte le sue componenti: dalla spremitura del seme si ottengono olio, la materia prima per alimentare la bioraffineria Matrìca, una farina proteica che può sostituire la soia attualmente importata per alimentare gli animali e una serie di interessanti molecole dall’elevatissimo potere antiossidante. Gli scarti vegetali derivanti dalla trasformazione sono inoltre utili per far fronte al fabbisogno energetico dell’intero processo industriale, con la possibilità di renderlo autosufficiente e, in prospettiva, come materia prima per nuove iniziative in fase di sperimentazione.
Oltre cento partecipanti al workshop hanno avuto la possibilità di visitare alcune aziende agricole locali e di toccare con mano i risultati della collaborazione tra Novamont e Coldiretti: dai campi di cardo alla sperimentazione delle farine proteiche ottenute per l’alimentazione di ovini, all’utilizzo di prodotti biodegradabili sviluppati da Novamont, quali i teli per pacciamatura in Mater-Bi e i biolubrificanti per macchine agricole Matrol-Bi®, secondo un approccio sostenibile ed integrato all’agricoltura.
“Il coinvolgimento dei territori e dei produttori agricoli locali rappresenta la chiave di volta per la creazione e lo sviluppo di filiere compatibili con l’ambiente che, sfruttando l’innovazione tecnologica e multidisciplinare, siano in grado di sostenere una nuova tipologia di investimenti industriali garantendo allo stesso tempo i redditi agricoli, in primis nelle aree marginali. Si tratta di progetti di territorio di grande potenziale perché in grado di interconnettere settori altrimenti non collegati, accrescendo la collaborazione e il rispetto tra gli interlocutori, senza cui nessuna solida costruzione è possibile”, ha concluso Bastioli.
“La Sardegna non può perdere l’opportunità di tentare di chiudere la filiera”, ha affermato Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna. “Il progetto di Matrìca rappresenta una grande opportunità per Porto Torres, per l’ambiente, per nuovi posti di lavoro, ma visto che si tratta di uno stabilimento già operativo e vi è una reale disponibilità di Novamont di coinvolgere la filiera agricola riteniamo responsabilmente di affrontare insieme il tema della sperimentazione, sia proseguendo quella già avviata da anni sulla coltura del cardo sia per capire se attraverso l’uso di farine proteiche non Ogm potremo arrivare alla certificazione di tutte le produzioni sarde con una eccezionale prospettiva per la Sardegna”.