Mammoet si conferma protagonista del settore in continua espansione della generazione energetica eolica offshore. L’azienda olandese si è infatti aggiudicata la commessa per la costruzione di quello che a completamento dei lavori nel 2026 sarà il più grande parco eolico offshore al mondo. Si tratta della Dogger Bank Wind Farm, 130 km al largo delle coste britanniche del Mare del Nord, una joint venture tra SSE Renewables, Equinor, Vårgrønn che prevede una potenza installata di 3,6 GW e una produzione di 18TW/h. Lo scorso ottobre SSE Renewables ed Equinor hanno deciso di estendere il progetto con ulteriori 1,3 GW di turbine.
Il committente di Mammoer è GE Renewables, che nel cantiere di Able Seaton Port nei pressi di Middlesbrough, North Yorkshire, base operativa del progetto, assemblerà e installerà 277 set di pale, nacelle e torri delle turbine Hailade-X di GE. Mammoet utilizzerà diversi team di lavoro dotati di gru e carrelli SPMT che lavoreranno in parallelo su diverse turbine per rispettare le scadenze di progetto.
Mammoet sta anche lavorando al più grande parco eolico galleggiante al mondo, Hywind Tampen, realizzato da Equinor, 140 km al largo nella porzione norvegese del Mare del Nord. Il parco eolico a completamento sarà composto da 11 turbine flottanti con ognuna una capacità di 8,6 MW, installate su piattaforme galleggianti in cemento alte 107 metri, per la maggior parte sommersi. Mammoet ha già assemblato alcune delle piattaforme, utilizzando una gru PTC 200-DS modificata, che è in grado di sollevare le componenti (sezioni del pilone, gondola, generatore e pale) e di collocarle sul galleggiante superando una distanza di 143 metri. L’operazione deve infatti essere effettuata in porto, a Gulen in Norvegia, in presenza delle condizioni di mare più calme possibili. Il galleggiante durante le operazioni viene mantenuto fermo e stabile da una chiatta appositamente sistemata. Una volta completate, le piattaforme galleggianti con le turbine vengono rimorchiate e ancorate su fondali compresi tra i 260 e i 300 metri.
Con la crescita delle dimensioni delle turbine, e quindi del loro peso e dell’altezza dei piloni, cresce anche l’esigenza di gru con maggiori capacità di sollevamento. Oggi fondazioni fisse da 2000-3000 tonnellate sono abbastanza comuni, mentre per la parte generatore si va verso i 15-20 MW di potenza, su piloni alti 150 metri e con diametri delle pale in proporzione. Per le fondazioni fisse si è al limite di quello che è possibile fare per arrivare al cantiere di assemblaggio con trasporti RO-RO in zone dove la differenza tra alta e bassa marea è forte. Sul lato floating, i galleggianti stanno passando da configurazioni monopila a piattaforme triangolari, con conseguente aumento di peso e ingombro.
Forte della sua esperienza nell’installazione di parchi eolici offshore, sia fisse che galleggianti, Mammoet sta modificando per queste esigenze la SK6,000, una gru ad anello ad azionamento elettrico con una portata di 6.000 tonnellate lanciata tre anni fa. Utilizzando una prolunga a traliccio (fixed jib), la gru può ora sollevare carichi di 3000 tonnellate ad un’altezza di 220 metri con uno sbraccio di 144 metri. Usata con i nuovi SPMT totalmente elettrici, la SK6,000, che è totalmente smontabile e trasportabile in container, fornisce una soluzione carbon-free anche in località remote e prive di connessioni alla rete elettrica.
“Mammoet è coinvolta in alcuni dei maggiori progetti di eolico offshore a tutte le latitudini e in ogni tipologia marina – sottolinea Alberto Galbiati, CEO di Mammoet Italy. Nel segmento floating avevamo persino fornito il nostro contributo nel primo progetto su larga scala realizzato al mondo, Hywind Scotland, sempre di Equinor, con 5 turbine da 6 MW l’una e un diametro del complesso delle pale di 150 metri. Nel Mediterraneo il settore sta decollando ora e per la configurazione dei fondali e l’antropizzazione delle coste verterà in modo maggioritario sugli impianti galleggianti. Mammoet è posizionata in modo ottimale per lavorare in questo nuovo mercato. Abbiamo una forte presenza mediterranea e in particolar modo italiana, un’esperienza e un approccio ingegneristico riconosciuti tra i migliori al mondo e abbiamo già operato con tutti i fornitori di turbine, di servizi offshore e gli EPC contractors. Infine la nostra flotta di equipaggiamenti general purpose e specializzati non ha confronti. Quando si farà sul serio, noi ci saremo.”