Non solo cambio d’orario nel tornare all’ora solare: per il Wwf da domenica 25 ottobre è scattata l’Ora polare, un’iniziativa di informazione dedicata ai cittadini per invitarli a fare subito qualcosa per ‘riprendersi il clima’ attraverso gesti semplici e intelligenti. L’insieme di queste azioni faranno la differenza in termini di risparmio di CO2 nell’atmosfera dato che, secondo dati Enea 2013, il settore civile si è confermato quello più energivoro (38% dei consumi nazionali) seguito da quello dei trasporti (31% totale dei consumi). Una famiglia di 4 persone, che consuma al giorno circa 10 kWh elettrici, libera quasi 6 kg di CO2 in un solo giorno (dati Enea). Qualità dell’ambiente e bollette meno care perché l’importanza delle piccole scelte ‘salva-clima’ consentirebbero un risparmio anche per le nostre tasche.
Per l’Ora polare da domenica ci sono pagine informative con eco-consigli sul sito del Wwf, quiz sui siti Social Facebook e Twitter dell’Associazione per capire se si è ‘pronti’ al risparmio e poi spot radio e pagine pubblicitarie. L’hashtag #ilpandasiamonoi sottolineerà lo stretto legame tra cambiamenti climatici e gli effetti di questi sull’uomo. Prosegue così il percorso della Campagna Clima del Wwf che culminerà con altre azioni e attività informative in occasione del Summit di Parigi che inizierà a fine novembre.
Se in questi ultimi 7 mesi di ora legale l’Italia ha potuto risparmiare circa 220.000 tonnellate di CO2 in atmosfera grazie ai minori consumi di elettricità (550 milioni di kilowattora secondo gli ultimi dati disponibili – Terna 2014), anche col passaggio all’ora solare per il Wwf si può continuare a risparmiare energia, e dunque gas serra. Come? Scegliendo, ad esempio, nei futuri acquisti un elettrodomestico più efficiente (fino all’80% annuo di consumi in meno scegliendo quelli di classe A o superiore), oppure spegnendo tutte le lucine stand-by nelle pause di utilizzo (9-11% dei consumi elettrici di una casa). Ridurre l’uso dell’auto, scegliendo mezzi pubblici dove è possibile, specie per piccoli spostamenti, o condividendo il proprio mezzo è un gesto salva-clima, come anche guidare in modo efficiente e fare manutenzione, azioni che riducono i consumi fino al 15%. Anche abbassare di un solo grado la temperatura in casa fa risparmiare il 7% di combustibile ed evita l’emissione di oltre 300 kg di CO2 all’anno per ogni famiglia. Dotarsi di impianti di energia rinnovabile in casa può mettere in campo una piccola rivoluzione del clima. Anche in cucina si può fare qualcosa per il clima scegliendo prodotti a km 0 e di stagione: 1 kg di pomodori prodotti in serra, ad esempio, rilasciano in atmosfera 3,5 kg di CO2, appena lo 0,05 kg quelli prodotti in campo, 70 volte in meno. E il fatto che la scelta del cibo possa fare la differenza per il clima lo dimostra anche il consumo di carne: a una bistecca di circa 250 g è associata l’emissione di quasi 3,4 kg di CO2, l’equivalente di un’automobile di cilindrata medio-grande che percorre quasi 16 km. La stessa quantità di patate emette in atmosfera 0,06 kg di CO2, 57 volte in meno. E sempre in tema di ora solare, meglio sveglie e orologi tradizionali rispetto a quelli digitali che consumano energia.
“L’impegno dei singoli cittadini è fondamentale per invertire la rotta dei cambiamenti climatici”, ha dichiarato Donatella Bianchi, Presidente del Wwf Italia. “Ognuno di noi ha un potere straordinario nascosto nei piccoli gesti quotidiani e che può fare la differenza nella lotta al cambiamento climatico. L’appuntamento di Parigi di dicembre è un passo fondamentale per ottenere un Accordo sul clima davvero efficacie ed equo per tutta la comunità mondiale, ma l’energia di questo cambiamento sta tutta nelle nostre mani, sia come pressione verso i politici sia come impegno personale”.
La concentrazione atmosferica di gas a effetto serra, e tra i maggiori imputati c’è proprio l’anidride carbonica, rappresenta il principale fattore determinante del riscaldamento globale. Riuscire a mantenersi al di sotto della pericolosa soglia dei 2 gradi rispetto alla temperatura media della superficie terrestre dell’epoca preindustriale, attraverso la riduzione delle emissioni globali di almeno l’80% entro il 2050, è l’obiettivo che la comunità internazionale si è posta per evitare effetti disastrosi sulle attività umane e l’ambiente.