La scorsa settimana, 1.024 rappresentanti di compagnie dell’industria del fotovoltaico europeo hanno inviato una lettera aperta al Commissario Europeo per il Commercio, Karel De Gucht, esprimendo forti preoccupazioni riguardo al potenziale esito dell’indagine antidumping e antisovvenzioni condotta dalla Commissione Europea contro i produttori cinesi di prodotti per l’energia solare.
I firmatari appoggiano pienamente il punto di vista dell’Alliance for Affordable Solar Energy (Afase): mercati aperti e liberi sono elementi portanti di un’industria del solare sana. Il mercato del fotovoltaico ha vissuto periodi di boom e di stasi negli scorsi 30 anni. Oggi, l’industria del fotovoltaico si sta consolidando grazie a quelle aziende che stanno unendo le forze per ottenere il massimo risparmio sui costi e per realizzare economie di scala. Complessivamente, essi sono un elemento fondamentale della politica di cambiamento del clima dell’Unione Europea e sono essenziali per realizzare gli ambiziosi e vincolanti obiettivi sull’energia rinnovabile dell’Unione Europea per il 2020.
La lettera sottolinea gli effetti negativi di possibili dazi sulla crescita dell’energia solare nell’Unione Europea e sulla creazione di lavoro in Europa. “Non ci sarebbero vincitori, ma solo perdenti a danno dell’intera industria del solare dell’Unione Europea”, dice Wouter Vermeersch, amministratore delegato della compagnia belga Cleantec trade. Il danno ai fornitori a monte e a valle (che contano per il 70% della filiera del fotovoltaico nell’Unione Europea) supererebbe i benefici per i produttori di fotovoltaico europei.
“I dazi sui prodotti solari e sui loro componenti sono svantaggiosi per tutta l’industria solare europea perché determinerebbero un aumento dei prezzi e la riduzione significativa della domanda”, ha aggiunto Wouter Vermeersch. I firmatari si rivolgono alla Commissione Europea perché si astenga dall’imporre dazi antidumping e/o dazi punitivi e permetta alla catena del fotovoltaico dell’Unione Europea di svilupparsi e crescere. La lettera aperta e la lista dei firmatari sono disponibili sul sito di Afase.
Afase: www.afase.org