Stiamo vivendo una transizione verso una società solare, nella quale si potranno usare di meno fonti di energia fossili, si potrà sperare di rallentare i mutamenti climatici, si potrà evitare il ricorso al nucleare e si potranno ottenere merci e beni materiali e servizi dall’energia del Sole. La quale è disponibile a soddisfare i bisogni umani, quelli degli abitanti dei paesi industrializzati e quelli dei paesi che consideriamo “arretrati”, in molte forme. Le più utilizzate sono attraverso pannelli che permettono di scaldare l’acqua e le abitazioni a bassa temperatura, i pannelli fotovoltaici che trasformano direttamente la radiazione solare in elettricità; con gli specchi è possibile ottenere vapore ad alta temperatura per azionare turbine di centrali termolettriche.
Ma anche la forza del vento, che può essere trasformata in elettricità, deriva dal Sole; anche il moto ondoso deriva dal vento e quindi dal Sole; anche l’energia elettrica ricavabile dal moto delle acque con piccole turbine o con grandi centrali idroelettriche, deriva dal Sole; anche molte merci e anche combustibili possono essere ricavati dai prodotti agricoli e forestali che il Sole “fabbrica” continuamente in ragione di 100 miliardi di tonnellate all’anno sulle terre emerse. Una società solare, insomma, è a portata di mano, ma si fanno troppo pochi sforzi per accelerarne la realizzazione.
Per lo più “solare” significa fotovoltaico o pannelli o motori eolici, la cui diffusione è accelerata grazie agli incentivi pubblici. Ma molto di più si potrebbe fare se imparassimo a guardare il Sole in tutta la sua forza. C’è stata una prima “età dell’oro” dell’energia solare, fra il 1955 e il 1965, nella quale sono stati esplorati tutti gli aspetti di questa fonte di energia; in tale ambiente culturale fu scritto un libro, dimenticato per molti decenni, che viene ora riproposto nella sua forma originale.
Pubblicato da Feltrinelli nel 1966, “L’energia solare e le sue applicazioni”, fu scritto da Guglielmo Righini (1908-1978), il più importante studioso italiano, noto a livello internazionale, del Sole, direttore per molti anni dell’Osservatorio di Arcetri (Firenze), quello da cui Galileo aveva osservato il Sole e le altre stelle, e Giorgio Nebbia, nato nel 1926, professore emerito dell’Università di Bari, che ha dedicato molti anni a ricerche sull’ottenimento di acqua dolce dal mare mediante distillatori solari.
La prima parte del libro espone le conoscenze sul Sole, sulle sue dimensioni, sulla fonte interna di calore, sulla qualità della radiazione che il Sole invia sulla Terra, sul moto apparente del Sole nel cielo, tutte informazioni indispensabili per l’utilizzazione terrestre della sua energia. La seconda parte descrive i principali sistemi per trarre calore ed elettricità dal Sole (tutti ben noti già mezzo secolo fa, alcuni in parte dimenticati e meritevoli di nuova attenzione), fra cui appunto i distillatori solari di acqua marina che sono in grado di liberare dalla sete gli abitanti di molte zone della Terra.
Benché scritto quasi mezzo secolo fa il libro è pieno di osservazioni e stimoli per il futuro, per una migliore e più razionale utilizzazione dell’energia solare “al servizio dell’uomo”, nei paesi ricchi e in quelli poveri; con uno sguardo particolare a questi ultimi. Un celebre professore dell’Università di Bologna, Giacomo Ciamician, scrisse nel 1912 (!) che col Sole “la civiltà”, intesa come progresso sociale e umano, potrà tornare nei paesi nei quali è nata, offrendo alle zone tropicali una fonte di energia che non ha padrone e che è accessibile a tutti, utilizzabile con strumenti che possono essere realizzati con tecnologie intermedie, “semplici”, disponibili sul posto.
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