È quanto affermato nel rapporto pubblicato dalla European Ocean Energy Association (EU-Oea) la scorsa settimana. L’associazione definisce una road map da qui fino al 2050, evidenziando il grande potenziale di energia prodotto dal moto ondoso e delle maree o dai gradienti termici e di salinità degli oceani e dei mari.
Il rapporto stima che la potenza installata dell’energia oceanica potrebbe raggiungere i 3,6 GW entro il 2030 e balzare a quasi 188 GW entro la metà del secolo. Nel 2050, il settore potrebbe contribuire a ridurre di 136,3 milioni di tonnellate le emissioni di CO2 all’anno e creare 470.000 nuovi posti di lavoro.
Tuttavia, l’energia oceanica è ancora agli inizi e le tecnologie per catturarla sono attualmente studiate in diversi Paesi. Le maggiori risorse nell’UE sono le onde, le correnti delle maree e le tecnologie per raccoglierle sono le più avanzate, afferma l’EU-Oea.
Gli sviluppatori possono accedere a impianti di prova in Irlanda, Norvegia, Danimarca, Gran Bretagna, Portogallo, Finlandia, Spagna, Francia e Italia.
Per ora i progetti commerciali per la generazione di energia marina sono pochi, ma molti altri sono in fase di sviluppo secondo il Renewable Energy Policy Network for the 21st Century (Ren21). Nelle acque europee si stima che siano operativi o in fase di prova impianti per un totale di 6 MW, con la Gran Bretagna in testa. Il Paese infatti possiede la prima turbina di marea su scala commerciale, che immette elettricità nella rete per soddisfare il fabbisogno di circa 1.000 abitazioni britanniche.
L’industria dovrà ora dimostrare le potenzialità operative di una nuova generazione di strumenti di conversione dell’energia marina su scala reale e dovrà installarli nei prossimi anni sviluppando, allo stesso tempo, processi automatizzati per la produzione.
Il rapporto indica anche la necessità di disporre di una rete elettrica che permetta la distribuzione dell’energia oceanica su vasta scala e insiste sull’importanza di cooperare con altri settori, in particolare quelli dell’eolico offshore e dell’Oil and Gas.
Per accelerare lo sviluppo di questa risorsa energetica rinnovabile, il rapporto auspica lo sviluppo di un’iniziativa industriale europea sotto l’egida dell’ EU’s Strategic Energy Technology (Set) Plan. Questo aiuterebbe la creazione di una massa critica di partnership pubblico-private necessaria per commercializzare le tecnologie.
“Un certo numero di utility di grandi dimensioni, agenzie per l’energia e attori industriali, hanno già fatto investimenti significativi nel comparto”, ha affermato Nathalie Rousseau, direttore esecutivo di EU-Oea. “Il successo della crescita dell’industria dell’energia marina dipende ora da azioni politiche rapide e mirate e dal sostegno dell’Unione Europea per superare una serie di sfide tecnologiche e di mercato”.
EU-Oea: www.eu-oea.com