C’è chi brevetta apparecchiature per recuperare l’energia cinetica del movimento delle auto o per sfruttare il moto ondoso del mare. C’è chi progetta impianti eolici a basso impatto ambientale o dispositivi per sfruttare l’energia gravitazionale, gli oli lubrificanti usati o i rifiuti. C’è chi perfeziona le caldaie domestiche, i caricabatterie per auto, le lampade di emergenza o trova nuovi sistemi di riscaldamento per grandi ambienti, come le chiese, o sistemi produrre biocarburanti.
Si tratta di oltre 3.000 invenzioni brevettate in Italia riguardanti energia e calore, alcune che permettono di produrne in modo più efficiente e “pulito”, altre a basso impatto ambientale, altre ancora che fanno risparmiare. Di queste domande circa 2 su 5 sono state depositate a Milano (41,4%), il 13,2% a Roma e il 9,3% a Torino e il 3,8% a Bologna. Complessivamente le prime 4 province (Milano, Roma, Torino e Bologna) coprono circa il 68% di tutti i brevetti del settore.
Tra le tipologie il 39,4% riguarda migliorie e nuovi ritrovati da applicare al settore dell’industria dei combustibili, petrolio e gas e il 31,3% le macchine motrici a liquidi, i motori a vento e i meccanismi per la produzione di energia meccanica.
Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Uimb (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi) sulle invenzioni depositate in Italia dal 1 gennaio 1980 al 17 novembre 2015.
Le fonti rinnovabili nel 2014 hanno prodotto il 23% dell’energia elettrica necessaria a soddisfare il fabbisogno di energia a livello mondiale. Tra le fonti maggiormente utilizzate, secondo i dati contenuti nel Renewable Energy Report – studio dell’Energy Strategy Group del Politecnico di Milano – il 73,6% è composto dall’idroelettrico, ma in costante crescita ci sono anche i pesi dell’eolico (oltre il 13%) e delle biomasse (8%). L’incremento dell’incidenza delle rinnovabili (che nel 2014 tocca quota 1,7 TH da 1 TH del 2007) è dovuto principalmente alla crescita del settore fotovoltaico.
È quanto emerge dall’Osservatorio per le energie rinnovabili realizzato dalla Fondazione Silvio Tronchetti Provera in collaborazione con Innovhub SSI, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, e analizzato nel corso del convegno “Energie rinnovabili, efficienza energetica, quale futuro?” alla presenza di Alberto Meomartini, Vicepresidente della Camera di Commercio di Milano e di Marco Tronchetti Provera, Presidente della Fondazione Silvio Tronchetti Provera, da 12 anni impegnata nel promuovere la ricerca scientifica.
Nel 2014 – secondo quanto emerge dal rapporto – gli investimenti a livello globale per la realizzazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili hanno toccato quota 235 miliardi di euro, tornando ai livelli record del 2011 e invertendo così il trend negativo registrato negli ultimi due anni. Ad aggiudicarsi il primato degli investimenti nel 2014 è l’Asia che – con i suoi 115 miliardi di euro investiti in energia rinnovabile – rappresenta quasi il 50% del mercato, seguito dall’America con il 24% e dall’Europa con il 23%. L’Africa, pur posizionandosi all’ultimo posto nel panorama mondiale, è invece l’area geografica che registra la crescita più significativa passando da 1 a 10 miliardi di euro investiti.
In Italia oltre il 40% dell’energia prodotta proviene da fonti rinnovabili: la crescita della produzione da rinnovabili è passata, infatti, dal 29% del totale nel 2011 al 45% nel 2014. Tale risultato è influenzato in maniera significativa dalla componente delle rinnovabili non programmabili (fotovoltaico ed eolico), quasi raddoppiate dal 7,3% del totale alla fine del 2011 a circa il 14% alla fine del 2014. Tra le fonti maggiormente programmabili – ovvero quelle che possono essere prodotte in base alla richiesta di energia – è raddoppiato (dal 3,8% al 7,6%) il peso delle biomasse ed è cresciuto del 35% il peso dell’idroelettrico, mentre è rimasto pressoché costante (in assenza di nuove installazioni) il geotermico. Escludendo l’incidenza dell’idroelettrico, la produzione di energia proveniente dalle cosidette “nuove rinnovabili” è passata dal 13% del 2011 all’attuale 23,4%.
Gli importanti investimenti effettuati nel settore delle rinnovabili e le misure in materia di efficienza energetica hanno ridotto il livello di emissioni a 462 milioni di tonnellate di CO2 nel 2012 molto vicino all’obiettivo al 2020 previsto a 454 milioni di tonnellate di CO2. L’Italia è quindi sulla strada giusta per dare un contributo ben superiore alle attese.
Il volume d’affari generato in Italia dalle fonti rinnovabili è pari a circa 7 miliardi di euro. Di tale cifra la componente principale è rappresentata dai ricavi generati dalla vendita di energia (46,9% del totale), seguita dal mercato “primario”, ossia quello composto dalle nuove istallazioni (fotovoltaico, biomasse e idroelettrico).
Per quanto riguarda il solo settore fotovoltaico, la potenza cumulata in Italia nel 2014 ha superato la soglia dei 18,3 GW, posizionandosi così al quarto posto al mondo in termini di potenza installata, pur presentando una nuova potenza installata nel 2014 di solo 385 MW, pari a poco più del 22% rispetto al 2013. La Lombardia controlla da sola il 33% del mercato delle nuove installazioni.
L’Europa – nonostante la contrazione di nuove installazioni – continua a mantenere un ruolo primario come capacità totale installata nel fotovoltaico grazie alla leadership della Germania (39,4 GW di capacità totale installata). Cina e Giappone rappresentano i Paesi che, nel 2014, hanno investito maggiormente nel fotovoltaico, diventando così i nuovi protagonisti di mercato delle nuove installazioni annue, portando la capacità totale installata rispettivamente a 28,5 GW e a 20,1 GW.
In Italia le stime eleaborate per la crescita del settore fotovoltaico nel periodo 2015-2020 prevedono nuove installazioni comprese fra 20 GW fino a 21,8 GW: un dato, quest’ultimo, che tiene conto dello sviluppo di impianti di media taglia e non solo di un consolidamento del mercato residenziale come stimato, invece, nello scenario più conservativo.
I dati puntuali al 30 giugno 2015 riportati nell’aggiornamento nel mese di ottobre del Renewable Energy Report, confermano il trend positivo del settore delle rinnovabili emerso nel corso del 2014 sia a livello mondiale sia italiano. Nel primo semestre 2015, infatti, le rinnovabili nel mondo hanno prodotto complessivamente il 24% dell’energia elettrica mondiale (23% nel 2014), e gli investimenti per la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili hanno superato la soglia dei 170 miliardi di euro. Un dato positivo che fa ben sperare per il superamento dei 235 miliardi di euro di investimenti realizzati complessivamente nel 2014.
Quanto al solo mercato italiano, dai dati relativi ai primi sei mesi del 2015 si evince che la produzione di energie rinnovabili in Italia rappresenta il 43,3% dell’elettricità totale generata nel Paese. Tale dato, in leggero calo rispetto al 45% del 2014, è però poco significativo in quanto non include i mesi di luglio e agosto, quando il settore fotovoltaico sostiene in modo significativo la domanda di energia elettrica. Riguardo, invece, le singole fonti in Italia, nel primo semestre 2015 sono stati installati 128 MW di nuovi impianti fotovoltaici (pari a circa 243 milioni di euro di investimenti), 190 MW di impianti eolici (pari a circa 340 milioni di investimenti ) e 54 MW di nuova potenza installata nell’idroelettrico (pari a circa 215 milioni di investimenti). Dati in linea con il buon andamento registrato nel 2014 in Italia da queste fonti rinnovabili (circa 560 MW di installato).