Aspetti ambientali diretti
L’identificazione degli aspetti ambientali diretti deve riguardare non soltanto i processi produttivi ma, come espressamente previsto dal Regolamento, tutti quelli collegati ad attività, prodotti o servizi.
Come aspetti diretti collegati ai prodotti e/o servizi sono da intendersi essenzialmente quelli relativi a prodotti o servizi che possono avere degli effetti sull’ambiente non trascurabili (si pensi a produzioni di automezzi, elettrodomestici, apparecchiature o utensili che possono essere caratterizzati da consumi energetici, rumore, emissioni atmosferiche, ad apparecchi radiotrasmittenti con emissioni elettromagnetiche, a prodotti chimici utilizzati in agricoltura, ecc.).
A tale proposito anche il pre-working draft ISO 14001:200x, predisposto in vista della revisione della norma ISO 14001, precisa che il processo è finalizzato all’identificazione degli aspetti ambientali rilevanti associati alle attività, prodotti o servizi, e non richiede una analisi del ciclo di vita dettagliata. Le organizzazioni non dovranno valutare ogni prodotto, componente o materia prima in ingresso ma potranno selezionare categorie di attività, prodotti o servizi per identificare gli aspetti che hanno impatti realmente significativi.
Il documento “Orientamenti per l’individuazione degli aspetti ambientali e la valutazione della loro significatività” fornisce anche alcuni consigli per l’identificazione degli aspetti ambientali diretti, quali:
– parlare con i dipendenti;
– percorrere il sito e i suoi dintorni;
– parlare con le parti interessate;
– riesaminare documenti (ad esempio, schede tecniche di sicurezza dei prodotti, autorizzazioni);
– esaminare la legislazione (ad esempio il diritto sostanziale, i requisiti tecnici quali il monitoraggio obbligatorio degli inquinanti);
– esaminare i criteri dell’etichetta ecologica;
– verificare informazioni delle camere di commercio, ecc.;
– parlare ad altre imprese EMAS;
– esaminare i flussi di materie prime;
– esaminare gli indicatori di prestazione esistenti;
– esaminare tutti i settori e l’infrastruttura dell’organizzazione (ad esempio tubazioni, impianti elettrici, rotaie).
Suggerisce inoltre di tener conto di: politica degli acquisti, emissioni nelle acque e nell’atmosfera, rifiuti, uso delle risorse, energia, tematiche locali, uso del suolo e contaminazione, tematiche ricorrenti.
Nel merito degli aspetti ambientali diretti l’Allegato VI del Regolamento 761/2000 riporta un elenco non esaustivo che comprende:
a. emissioni nell’aria
b. scarichi nell’acqua
c. limitazione, riciclaggio, riutilizzo, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi e di altro tipo, specialmente dei rifiuti pericolosi
d. uso e contaminazione del terreno
e. uso delle risorse naturali e delle materie prime (compresa l’energia)
f. questioni locali (rumore, vibrazioni, odore, polvere, impatto visivo, ecc.)
g. questioni di trasporto (per le merci, i servizi e i dipendenti)
h. rischio di incidenti ambientali e di impatti sull’ambiente conseguenti, o potenzialmente conseguenti, agli incidenti e situazioni di potenziale emergenza
i. effetti sulla biodiversità.
Si tratta, in larga misura, di argomenti coincidenti con quelli previsti dal Regolamento 1836/93 a parte una più marcata accentuazione sulla politica degli acquisti e sulle questioni storiche (inquinamenti pregressi, ecc.). ed una maggiore accentuazione sull’uso di risorse naturali (acqua, energia, materie prime).
Alcune considerazioni possono essere formulate nel merito di alcuni degli aspetti meno convenzionali della lista.
Con riferimento alle materie prime, ad esempio, oltre ad adottare tutte le pratiche finalizzate all’ottimizzazione del loro utilizzo, una particolare attenzione va rivolta alla scelta dei materiali che si utilizzano nella produzione:
– evitando, ove possibile, l’utilizzo di materiali a disponibilità limitata (come ad esempio argento, piombo, zolfo, zinco, stagno);
– sostituendo materiali pericolosi o che presentano problemi in fase di smaltimento con altri ambientalmente più compatibili;
– privilegiando, ove possibile, l’utilizzo di materiale riciclato rispetto a materiale vergine. Altro aspetto importante è rappresentato dall’uso e contaminazione del terreno; il terreno, il sottosuolo e le falde acquifere (superficiali ma anche profonde) vanno protetti, in particolare, da potenziali rischi di contaminazione da parte di agenti quali oli, sostanze chimiche, ecc. In particolare, quindi, andranno adottate adeguate precauzioni per impedire sversamenti durante la manipolazione, l’uso e lo stoccaggio di sostanze potenzialmente inquinanti, fuoriuscite da serbatoi interrati e da pipelines, percolazioni da discariche e tutte le altre possibili cause di contaminazione. Tra i fattori locali sono da considerare con particolare attenzione le emissioni elettromagnetiche per le conseguenza sulla salute dell’uomo, così come la presenza di amianto ed il rumore che va considerato sia in relazione all’ambiente esterno che agli ambienti di lavoro per la sicurezza e salute dei lavoratori.
Un altro degli aspetti ambientali non trascurabili in una attività produttiva, soprattutto in quelle più materializzate, è rappresentato dai trasporti delle materie prime, dei prodotti, ecc. che, sia a livello locale, sia a livello complessivo, possono costituire una fonte di inquinamento, di consumo di risorse energetiche, di rumore e quant’altro. Il problema trasporti spesso è una delle componenti essenziali anche in attività di servizio (si pensi ad un supermercato, ad un centro commerciale, ecc.).
La tematica del rischio ambientale va valutata anche nell’eventualità di incendi i cui effetti in termini di emissioni incontrollate in atmosfera, di contaminazione del terreno, ecc. devono essere tenuti in debito conto adottando tutte le misure di prevenzione e di emergenza atte a ridurre la probabilità e gli effetti di tali eventi.
È poi prevista la valutazione degli effetti sulla biodiversità che è definita come “la varietà di specie di piante, animali e microrganismi presenti nel pianeta. La conservazione della biodiversità è fondamentale per l’equilibrio del pianeta poiché la diversità biologica ne caratterizza profondamente la natura” (A. Lanza, “Lo sviluppo sostenibile”, il Mulino Editore, 1997).