Da una valutazione della Commissione risulta che migliorando la gestione dei rifiuti organici nell’Unione europea si avrebbero grossi benefici economici e ambientali. La comunicazione contiene alcune raccomandazioni sulla via da seguire per ricavare tutti questi possibili benefici. Tra le strategie più promettenti figurano la prevenzione dei rifiuti organici e il trattamento biologico con produzione di compost e biogas.
Il principale rischio ambientale legato ai rifiuti organici è la produzione di metano, un gas che ha un potente effetto serra, 25 volte superiore a quello del biossido di carbonio. Se il trattamento biologico dei rifiuti fosse attuato nella misura massima possibile, il vantaggio più visibile e significativo sarebbe quello di evitare emissioni di gas a effetto serra, stimate a circa 10 milioni di tonnellate di equivalenti CO2 nel 2020.
Circa un terzo dell’obiettivo che l’Ue si è fissata per il 2020 in materia di energie rinnovabili nei trasporti potrebbe essere conseguito utilizzando il biogas ricavato dai rifiuti organici, mentre circa il 2% dell’obiettivo globale fissato dall’Ue in materia di energie rinnovabili potrebbe essere raggiunto se tutti i rifiuti organici fossero trasformati in energia.
Un compost e un digestato da digestione anaerobica di buona qualità contribuirebbero a rendere più razionale l’uso delle risorse sostituendo in parte i fertilizzanti minerali non rinnovabili e salvaguardando la qualità dei suoli dell’Ue. La piena attuazione delle politiche esistenti, sostenuta da una migliore gestione dei rifiuti organici, genererebbe benefici economici e ambientali stimati tra 1,5 e 7 miliardi, tanto più elevati quanto più ambiziose saranno le politiche di riciclaggio e di prevenzione.
L’analisi della Commissione non rivela alcuna lacuna politica a livello dell’Ue che potrebbe impedire agli Stati membri di prendere provvedimenti adeguati. I progressi compiuti in diversi Stati membri mostrano che la legislazione esistente in materia di rifiuti è una base eccellente per una gestione di punta dei rifiuti organici. Per questo gli strumenti disponibili devono essere utilizzati in tutte le loro potenzialità e se necessario la loro applicazione dovrà essere oggetto di rigorosi controlli in tutti gli Stati membri.
Tra le azioni prioritarie figurano il rispetto rigoroso degli obiettivi sul dirottamento dei rifiuti organici dalle discariche e la corretta applicazione della gerarchizzazione dei rifiuti e di altre disposizioni della direttiva quadro sui rifiuti, in modo da privilegiare l’introduzione di sistemi di raccolta differenziata.
Le iniziative di sostegno a livello dell’Ue – come l’elaborazione di norme per il compost – saranno determinanti per accelerare i progressi e assicurare eque condizioni di concorrenza in tutta l’Ue. Saranno introdotti orientamenti e indicatori specifici per la prevenzione dei rifiuti organici, associati ad eventuali obiettivi vincolanti per il futuro, nonché norme per il compost e orientamenti sull’applicazione del concetto di ciclo di vita e sulla valutazione nel settore dei rifiuti.
Le politiche nazionali in materia di gestione dei rifiuti organici variano molto da uno Stato membro all’altro: in alcuni Stati membri gli interventi sono minimi, in altri si perseguono politiche ambiziose. I benefici ambientali ed economici dei differenti metodi di trattamento dei rifiuti organici dipendono dalle condizioni locali, ad esempio dalla densità di popolazione, dal clima e dalle infrastrutture.
Il compostaggio e la digestione anaerobica sono le opzioni economiche e ambientali più promettenti per i rifiuti organici di cui non è possibile la prevenzione. Tuttavia, un prerequisito importante è la buona qualità dei materiali introdotti in questi processi. Nella maggior parte dei casi questo obiettivo potrebbe essere raggiunto in modo ottimale mediante la raccolta differenziata dei rifiuti organici.
Sistemi molto efficienti basati sulla separazione dei diversi flussi di rifiuti organici esistono già in Austria, Germania, Lussemburgo, Svezia, Belgio, Paesi Bassi, in Catalogna (Spagna) e in alcune regioni italiane.
Commissione Europea: ec.europa.eu