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La strada verso l’efficienza energetica: ISO 50001:2011 e Dlgs 102/14ERT

Condotto negli ultimi mesi del 2014, lo studio “Stato dell’arte dell’implementazione della ISO 50001 nelle organizzazioni italiane”, che ha come protagonisti i principali Organismi di Certificazione, le organizzazioni certificate ed alcuni esperti del settore, ha lo scopo di individuare i benefici energetici ottenuti dalle organizzazioni e le difficoltà presenti nella realizzazione di un SGE

L’energia è l’elemento principale di tutte le attività umane, il costo del suo sfruttamento incide in modo considerevole sui bilanci di uno Stato. Per farsene un‘idea basti pensare al ciclo di vita di un prodotto, dal reperimento delle materie prime fino al riciclo del prodotto finito, e ai relativi costi sociali. Oltre ai costi economici dell’energia, la generazione di quest’ultima concorre dunque anche ad alimentare problemi sociali ed ambientali legati allo sfruttamento eccessivo delle risorse e al cambiamento climatico. La soluzione a questi problemi non è né facile né tanto meno immediata, lo sviluppo e la distribuzione di tecnologie efficienti e rinnovabili necessitano di molto tempo.
Se l’energia viene utilizzata attraverso metodi, impianti o apparecchi caratterizzati da normali performance si possono raggiungere importanti benefici andando a ridurre i relativi consumi energetici e quindi il dispendio economico per soddisfare la richiesta connessa. L’azienda che si preoccupa di questi aspetti, non solo riuscirebbe a soddisfare i propri bisogni in modo più efficiente, ma contribuirebbe alla riduzione dello sfruttamento delle risorse energetiche ed alla mitigazione del riscaldamento globale.
Per capire quanto pesa la voce energia, ad esempio in ambito industriale, si riporta di seguito una tabella che evidenzia quanto il costo legato ad essa sia effettivamente ingente (Figura 1)
Nel giugno 2011 è stata emanata dall’ISO la norma ISO 50001:2011: il nuovo standard internazionale per la gestione dell’energia. Questa è una norma valida a livello mondiale ed ha sostituito la precedente EN 16001:2009, norma emanata dal CEN/Cenelec e valida esclusivamente in ambito europeo.
Essa è basata su un sistema di gestione, il cui modello è già conosciuto ed applicato a livello mondiale (ad esempio per la norma ISO 9001 ed ISO 14001) e la sua implementazione è in grado di portare ottimi benefici ad organizzazioni di diversi settori in tempi relativamente brevi; uno dei punti di forza di questo nuovo standard è la sua completa integrazione con altri standard ampiamente diffusi (Figura 2).
L’efficienza energetica, che rappresenta una riduzione di consumi associata al mantenimento o al miglioramento del livello di servizi fruiti, racchiude in sé un grande potenziale di sviluppo. L’attenzione per l’efficienza energetica è cresciuta negli ultimi anni a livello mondiale, questo infatti si riflette nelle ultime revisioni degli obiettivi energetici dell’Unione Europea. La normativa ISO 50001, rilasciata nel 2011, è il risultato dell’evoluzione del quadro normativo europeo ed italiano, come infatti si può vedere nel seguente schema (Figura 3).
L’efficienza energetica, quindi, non è una novità di questi ultimi anni, ma un concetto già ben conosciuto sin dai tempi della legge 10/91 dove per la prima volta veniva delineata la figura del responsabile per la conservazione ed uso razionale dell’energia (Energy Manager). L’ISO 50001 è un ulteriore tassello del grande puzzle del complesso mondo dell’energia, essa permetterà di raggiungere importanti obiettivi nazionali ed europei, ma soprattutto di ottenere ottimi benefici ambientali.
L’ Italia ha di fronte a sé altri 5 anni per raggiungere gli obiettivi del trattato 20-20-20, i primi due obiettivi (20% in meno di emissioni e 20% in più di energia consumata prodotta da FER) sono stati già raggiunti, complice il boom di quest’ultime e la crisi economica; è ancora lontano invece l’obiettivo relativo all’aumento 20% dell’efficienza energetica. L’incremento dell’applicazione della ISO 50001 nelle aziende italiane favorirebbe il raggiungimento dell’ultimo obiettivo rimasto, oltre ad accrescerne la competitività (Figura 4).
Se volgiamo lo sguardo all’Europa, dal 2000 al 2010 l’efficienza energetica (al netto della crisi accusata dai paesi) è migliorata anno per anno. Alcuni paesi hanno ottenuto un incremento delle performance energetiche maggiori del 2% l’anno, mentre la media europea è pari a circa 1.2%; l’Italia si colloca leggermente sotto questa media ma è auspicabile che con le nuove misure introdotte dal Dlgs 102/14 e dalla ISO 50001 si riesca ad aumentare tale percentuale (Figura 5).

Il Decreto Legislativo 102/14
Nel recente Dlgs 102/14, recepimento della direttiva europea Direttiva 27/EU/2014, l’ISO 50001 ricoprirà un importante ruolo.
Per quanto riguarda le grandi imprese e le imprese energivore, queste dovranno eseguire una diagnosi energetica nei siti produttivi localizzati sul territorio nazionale entro il 5 dicembre 2015 e successivamente ogni 4 anni. Tale obbligo però non sarà applicato alle grandi imprese che abbiano adottato, alla scadenza, sistemi di gestione dell’energia conformi alla norma ISO 50001, oppure che siano dotate di un Sistema di Gestione Ambientale o certificazione Emas entrambi accoppiati ad un audit energetico. Per chiarezza si riporta nel grafico in basso uno schema riassuntivo degli obblighi, per le aziende, imposti da questo decreto (Figura 6).
Da luglio 2016 la diagnosi potrà essere condotta solo da soggetti certificati, in particolare, da società di servizi energetici (ai sensi della UNI 11352), esperti in gestione dell’energia (ai sensi della UNI 11339) o auditor energetici certificati in base alle norme esistenti (per l’auditor il CTI ha attivato un gruppo di lavoro per definire una norma nazionale).
L’ente che avrà l’onere di fungere da controllore è l’Enea la quale dovrà istituire e gestire una banca dati delle imprese obbligate, in particolare sarà tenuta a svolgere controlli di conformità delle diagnosi energetiche di almeno il 3% sul totale (o 100% in caso di auditor interno all’azienda). I soggetti obbligati che non assolvono all’obbligo saranno soggetti a delle sanzioni in funzione delle prescrizioni non rispettate: una sanzione amministrativa da 4.000 a 40.000 euro per non aver effettuato la diagnosi oppure da 2.000 a 20.000 euro per una diagnosi non conforme alle prescrizioni.

La ISO 50001: presentazione dei risultati dello studio
Lo studio ha previsto il coinvolgimento di tutti gli attori che orbitano intorno alla ISO 50001: gli Organismi di certificazione, le organizzazioni certificate e gli esperti del settore; in particolare, hanno contribuito alla ricerca, i principali OdC italiani accreditati, 40 organizzazioni sulle 223 certificate (dato aggiornato a febbraio 2015, www.fire-italia.it) in Italia e diversi esperti del settore.

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