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La raccolta delle batterie al piombo esauste in Italia nel 2004ERT

L’anno scorso, per il secondo anno consecutivo, la raccolta delle batterie al piombo esauste ha superato la soglia delle 190mila tonnellate, corrispondenti a oltre16 milioni di singoli pezzi. Sono questi i risultati dal Cobat, il Consorzio istituito, per legge, per assicurare la raccolta e il riciclo delle batterie al piombo esauste, come quelle delle automobili, secondo processi eco-compatibili ed eco-sostenibili garantiti dalle recenti certificazioni per la qualità dei servizi offerti (UNI EN ISO 9001:2000) e del Sistema di Gestione Ambientale (UNI EN ISO 14001).

Grazie al riciclo delle batterie al piombo esauste non solo si tutela l’ambiente e la salute collettiva, dalla dispersione di sostanze tossiche e nocive, ma si contribuisce alla bilancia dei pagamenti del nostro Paese. Nel 2004, grazie all’attività del Cobat, sono stati smaltiti oltre 31 milioni di acido solforico, recuperate 9mila tonnellate di plastica e 107mila tonnellate di piombo, garantendo, per l’economia nazionale, un risparmio sull’importazione di tale metallo pari a 76 milioni di euro.

L’anno scorso, secondo stime del Cobat, la raccolta delle batterie esauste, in Italia, ha raggiunto una percentuale ormai prossima al 100% rispetto all’immesso al consumo.

Da un punto di vista assoluto è la Lombardia, con più di 33mila tonnellate, la regione in cui si raccolgono le maggiori quantità di batterie esauste, seguita subito dopo dal Veneto (più di 20mila t), dal Piemonte e dall’Emilia Romagna con più di 19mila t. Al centro è il Lazio la regione con la maggiore raccolta (quasi 16mila t.), mentre al sud è la Campania (circa 15mila t). Davvero buona, infine la raccolta nella regione Sicilia (quasi 13mila t).

Dal punto di vista della raccolta pro-capite la regione più virtuosa si dimostra essere l’Emilia Romagna con quasi 5 kg raccolti per abitante. Inoltre, in molte regioni si evidenziano risultati superiori alla media nazionale, che si attesta a 3,36 kg/abitante, in particolare Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Marche (4 kg/abitante).