Poiché diversamente dagli organismi viventi i materiali non possono reagire agli agenti esterni ed il loro degrado procede anche in assenza di inquinanti, essi rappresentano un “rischio” anche a basse concentrazioni. Più che di valori limite sarebbe quindi corretto parlare di Carichi/Livelli Accettabili ossia di “concentrazione o carico che non porta ad un inaccettabile incremento della velocità di corrosione o deterioramento” [22]. Nel 1985 a livello internazionale si è attivato l’International Cooperative Programme on Effects of Air Pollution on Materials, including Historic and Cultural Monuments (ICP Materials) all’interno dell’United Nations Economic Commission for Europe (UN ECE). Tale programma [23] si propone di valutare quantitativamente gli effetti che gli inquinanti atmosferici, in relazione ai parametri climatici, hanno sul degrado di alcuni materiali metallici e lapidei, attraverso “funzioni dose-risposta” calcolate esponendo all’aperto diversi provini. Se questa procedura può risultare corretta per investigare il danno su materiali nuovi, la definizione di Livelli Accettabili per i beni artistici nelle città richiede un approccio certamente simile ma più articolato. Accanto ai provini è ad esempio necessario monitorare e correlare alle condizioni dell’ambiente circostante anche il degrado dei Beni più rappresentativi: in particolare è utile unire i due aspetti esponendo, in prossimità dei beni controllati, provini dello stesso materiale. Questo approccio viene attualmente intrapreso per tre monumenti lapidei nell’ambito del progetto nazionale “Carta del Rischio del Patrimonio Culturale” [24].
Lo schema di una possibile procedura suggerita per la definizione di Livelli Accettabili per gli inquinanti è presentata in figura 2. Schematizzando, le linee guida fondamentali per giungere a stabilire un “fattore di rischio” della città storica, in relazione ai Beni Culturali ed alla qualità dell’aria risultano essere:
– censimento dei beni culturali presenti, sia all’esterno che in ambienti confinati, considerando la loro natura e il degrado che potrebbero subire (inventario delle possibili interazioni tra i beni censiti e specie chimiche);
– monitoraggio delle specie chimiche aggressive presenti in atmosfera e nelle deposizioni secche e umide;
– estrapolazione di dati relativi all’inquinamento atmosferico in diversi luoghi della città, particolarmente in prossimità di importanti manufatti artistici;
– scelta di traccianti specifici del degrado, connessi con le principali fonti di contaminazione (traffico, fonti civili, attività industriali), quali NOx e SOx, campionati in prossimità degli stessi ad es. con campionatori passivi [25];
– uso di modelli diffusionali per prevedere l’influenza delle varie fonti di contaminazione e quantificare la diffusione di inquinanti nella città ed all’interno di ambienti confinati;
– studio diagnostico dei beni culturali.
Conclusioni
Da quanto esposto emerge che il problema del degrado dei Beni Culturali nella città storica è complesso sia da analizzare esaustivamente che da affrontare in termini di interventi e richiede il contributo delle più diverse competenze. Lo sforzo più urgente nel quale occorre attualmente impegnarsi, come indicato dai recenti documenti europei dedicati allo sviluppo sostenibile, è quello di prevedere il rischio di degrado di Beni Culturali situati nelle città storiche e stabilire i livelli di soglia degli inquinanti nell’atmosfera al di sopra delle quali si verifica un danno inaccettabile ai materiali investiti. A questo proposito va ricordato che concordare quale sia il danno accettabile per i Beni Culturali rappresenta una questione estremamente delicata che non può essere ricondotta esclusivamente ad un discorso economico, ma anche culturale e sociale: “la perdita del valore culturale” difficilmente potrà essere definita e quantificata in termini univocamente accettati.