È un comparto poco conosciuto dell’economia nazionale: eppure fattura oltre 11 miliardi di euro, occupa 61mila addetti e determina valore aggiunto per 3,5 miliardi di euro. È il settore dell’indotto farmaceutico, per la prima volta definito nei suoi connotati e analizzato in profondità dall’Osservatorio Pharmintech, un progetto di ricerca nato specificamente come emanazione dell’omonima manifestazione fieristica, organizzata da Ipack-Ima, che mette assieme i comparti a monte della produzione di farmaci: tecnologie, materiali, sistemi e servizi per il processo e il confezionamento dei prodotti farmaceutici e parafarmaceutici.
L’Osservatorio Pharmintech, alla cui azione collaborano tutte le più autorevoli sigle associative della filiera farmaceutica, ha delineato un insieme a elevata internazionalizzazione produttiva, in cui spiccano la presenza di imprese a capitale estero e un robusto tessuto di piccole aziende ad altissima tecnologia, tutte con spiccata propensione all’export, con presenza in crescita sui mercati mondiali grazie all’elevata innovazione di prodotto e all’attenzione ai costi di produzione. Rientrano nella classificazione i macchinari e gli impianti industriali per il processo e il confezionamento dei farmaci, i materiali e gli imballaggi in vetro, plastica, carta, cartone e poliaccoppiati vari da cui derivano fiale, flaconi, boccette, vasetti, scatole, fogli e libretti illustrativi, blister, bollini farmaceutici ed etichette autoadesive. All’interno dell’indotto farmaceutico sono classificabili anche specifiche attività di servizio come i servizi di ricerca sia scientifica sia clinica, quelli di automazione industriale, di manutenzione, full service industriale di contoterzismo farmaceutico, nonché i servizi di attività regolatoria finalizzati al rispetto dei rigorosi standard qualitativi imposti da enti quali Emea europea o la statunitense Fda.
All’analisi qualitativa, l’Osservatorio Pharmintech abbina la stima quantitativa del macrosettore oggetto del suo studio. L’indotto, a ruota del settore di produzione farmaceutica che ne costituisce la locomotiva, presenta livelli superiori alla media dell’industria italiana per alcuni indicatori caratteristici: ha un valore aggiunto per addetto di 54mila euro rispetto ai 48mila del valore medio nazionale, presenta salari più elevati (24,7 mila euro rispetto a 20,9), investe 8.200 euro per addetto rispetto a 6.400, esporta 97mila euro per addetto contro 67mila. Al primo rapporto dell’Osservatorio, che tratteggia con incisività e in maniera dettagliata, le caratteristiche dei diversi segmenti in cui è articolato l’indotto farmaceutico, farà seguito a consuntivo di quest’anno un report congiunturale che sarà anche in grado di valutare gli andamenti e gli scenari previsionali di settore.