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La gestione delle risorse idriche nell’estrazione di CSG secondo MWHERT

L’acqua è una risorsa scarsa, che riveste un ruolo sempre più cruciale nei processi di sviluppo sostenibile del pianeta, inclusa la salvaguardia dell’ambiente e la capacità di assicurare a tutti una corretta nutrizione. Questa tematica è stata al centro dell’11° Giornata Mondiale dell’Acqua dello scorso 22 marzo, appuntamento istituito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che intende sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del risparmio idrico.

MWH – multinazionale di ingegneria e consulenza nel settore dell’acqua, dell’energia, dell’ambiente e delle infrastrutture – con un’esperienza pluriennale e globale nella gestione sostenibile delle risorse idriche e nella riduzione degli impatti ambientali, lavora dal 2010 su alcuni siti di estrazione di coal seam gas o CSG (un tipo di gas naturale non convenzionale proveniente da vene carbonifere) in Australia. La società, in particolare, si è occupata della progettazione di due impianti di trattamento delle acque di processo correlate alle attività di estrazione dei siti, i quali sono poi affiancati da 120 ha di bacini di stoccaggio e da una principale stazione di pompaggio. La principale complessità nel processo di estrazione del CSG risiede nelle problematiche legate alla grande quantità di risorse idriche necessarie e al loro successivo trattamento. Nei siti in questione, durante il processo estrattivo, una grande quantità di acqua mista ad agenti chimici viene pompata nella fase di fratturazione idraulica.

Circa il 30% della stessa ritorna in superficie nelle successive due settimane, mentre il resto viene recuperato durante le fasi di produzione. L’acqua ‘di ritorno’ deve essere necessariamente trattata con le tecniche più adeguate per minimizzarne l’impatto sull’ambiente. La progettazione delle soluzioni è stata articolata e ha rappresentato una sfida importante per il team di MWH, composto da oltre 100 professionisti che hanno lavorato in collegamento virtuale da sei Paesi diversi in cinque continenti, sotto il coordinamento dell’ufficio di Brisbane. Le soluzioni proposte dal team di lavoro MWH prevedono l’applicazione di un avanzato sistema di microfiltrazione e osmosi inversa, che consentono un trattamento e recupero di quasi il 98% dell’acqua iniettata. L’aspetto più innovativo è sicuramente legato alla possibilità di riutilizzare l’acqua recuperata, che risulta adatta perfino per l’irrigazione. Questo fa sì che venga ridotta la necessità di bacini di stoccaggio e, di conseguenza, l’impatto ambientale dell’impianto estrattivo.