È con impegno, prima ancora che con piacere, che inizio con questo numero la collaborazione con la vostra rivista. L’attuale momento implica una correlazione fra azioni di tecnici dei diversi settori e le istituzioni: affrontare le tematiche e le questioni legate all’ambiente non è un’attività come le altre. La posta in gioco oggi è così chiara che non vale la pena di sottolinearla. Gli avvenimenti di questi giorni, quale la stessa conferenza di Jhoannesburg, ci riportano sempre e soltanto alla responsabilità di un approccio diverso con la natura e con essa alla stessa condizione dell’uomo e del suo ben vivere in termini globali e locali. Uno studio americano di alcuni anni fa consigliava di passare da un approccio maschile a uno femminile, perché quest’ultimo è più caratterizzato dall’inclusione e dalla ricerca di equilibrio e armonia. Sulle parole e gli esempi possiamo discutere, ma non possiamo rimandare il fare: verbo che è quello scelto dalla Giunta Regionale Lombarda per questo quinquennio di legislatura, ponendosi come punto di riferimento del sistema delle autonomie locali, del mondo imprenditoriale, delle realtà professionali, nonché dell’intero tessuto socio – economico del territorio. Questo è l’unica vera formula per raggiungere gli obiettivi che ci proponiamo.
C’è una storia che contraddistingue la Lombardia: una storia che ne fatto la Regione all’avanguardia in Italia in termini di sviluppo economico e tecnologico. Una storia che deve trovare il suo continuum e nel presente verso il futuro in cui questi due elementi si coniughino in un nuovo modo di stare nella nostra Regione. Cioè di considerare lo spazio e le sue risorse, in modo da consentire lo sviluppo senza la compromissione dell’ambiente. Abbiamo di fronte una sfida non di poco conto. C’è da rivisitare un modello di sviluppo per creare nuovo sviluppo. Questo mio primo intervento affronta solo in parte la questione del bilancio dei due primi anni di attività, perché è mia intenzione da qui in avanti esaminare i diversi problemi descrivendone le soluzioni finora attuate e illustrare i nuovi progetti, così da costituire un momento di confronto anche se non diretto. Le politiche regionali sono volte ad una rivisitazione del settore dei servizi di pubblica utilità per attuare strategie che forniscano i supporti e gli strumenti agli operatori per mettere in atto politiche di sviluppo ambientalmente sostenibili. Data l’occasione particolare della presentazione in Giunta in questo mese della proposta di legge sui Servizi Locali di Pubblico Interesse, mi soffermo su questo argomento di particolare attualità. Questo provvedimento va a colmare lo spazio di indeterminatezza attuale a livello nazionale, che è uno degli elementi di freno allo sviluppo nel comparto dei servizi.
Un rapido esame del testo chiarisce quali sono le innovazioni. Al centro dell’iniziativa politica regionale sono posti i diritti e le legittime aspettative dei cittadini ad avere prestazioni di qualità. Qualità che non può non rispecchiare la storia e la realtà di una regione che è sempre stata leader in Italia ed esporta i propri modelli strutturali e organizzativi in tutto il mondo. Qualità dei servizi e centralità della persona sono, infatti, le caratteristiche fondamentali dell’attuale politica della Giunta regionale lombarda. L’approccio di tipo globale – che fa valorizzare le interazioni sempre più strette fra i diversi mercati dell’energia elettrica, del gas, dell’acqua e dei rifiuti – è la modalità scelta, perché più idonea, per garantire l’erogazione dei servizi sull’intero territorio, ivi comprese le cosiddette fasce territoriali svantaggiate, in particolare rurali e montane. In questo modo sono anche attualizzabili nella quotidianità i valori di solidarietà a cui si ispira la nostra cultura e lo stesso ordinamento comunitario. La proposta prevede misure di sostegno per i cittadini che si trovino in situazioni di vulnerabilità: questo a fronte di un’apertura alle logiche di mercato, che hanno un profondo significato nella promozione di un progetto di sviluppo economico coniugato alla sostenibilità. La formula della gara è prescritta per l’assegnazione della gestione dei servizi, perché in questo modo – dove per concorrenza s’intende confronto fra qualità – il cittadino utente lombardo può ottenere un servizio erogato alle migliori condizioni. Questi sono solo alcuni dei principi ispiratori, ma ho tenuto a sottolinearli, perché questo mi permette di mettere in evidenza che la Regione Lombardia in questo settore ha inaugurato un metodo di governo e di amministrazione che può essere facilmente riassunto dicendo che sta attuando una politica con principi, trasformandoli in progetti.