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L’Enel investe nel nucleare sovietico e Greenpeace protestaERT

Gli attivisti italiani hanno distribuito di fronte alle sedi delle banche nelle principali città italiane degli ironici fac-simile della pubblicità dell’Enel in cui si Greenpeace dichiara che anziché investire sull’innovazione, si investe in una centrale di tecnologia sovietica addirittura precedente al disastro di Cernobyl. In Europa Greenpeace ha protestato anche di fronte alle ambasciate italiane in Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria e Bulgaria. Il governo italiano è infatti l’azionista di riferimento di Enel, con una quota complessiva pari a circa il 30%.

Nella lettera inviata alle nostre istituzioni si sottolinea come l’Italia, che ha chiuso le proprie centrali con un referendum non possa esportare all’estero il rischio atomico.

Le critiche principali al progetto riguardano la scarsa sicurezza ma anche la discutibilità economica. A Mochovce sarebbero realizzati due reattori sovietici VVER-440/213, che erano stati progettati negli anni ‘Settanta.

I reattori sono ben al di sotto degli attuali standard di sicurezza e difficilmente sarebbero autorizzati in gran parte degli stati europei. Per esempio non dispongono di un doppio guscio protettivo in caso di impatto con un aereo. Non solo, per Greenpeace c’è anche un problema di legittimità, perché il progetto era stato autorizzato nel 1986 dall’allora governo comunista senza nessuna valutazione d’impatto ambientale, ne il coinvolgimento dell’opinione pubblica. Ancora oggi il ministero dell’ambiente slovacco si rifiuta di avviare una valutazione d’impatto ambientale.

La partecipazione finanziaria del governo slovacco all’iniziativa sarebbe poi illegale secondo la vigente legislazione europea, in quanto si configurerebbe come aiuti di stato. L’Enel ha iniziato a valutare l’ipotesi di costruire i due reattori dopo aver acquistato nella primavera del 2006 una quota del 66% dell’azienda elettrica slovacca “Slovenske elektrarne“ in seguito alla privatizzazione. Il prossimo mese Enel dovrebbe prendere la decisione finale su Mochovce e Greenpeace ha lanciato una petizione elettronica per chiedere al governo italiano di intervenire.

«Chiediamo a Prodi di abbandonare subito questo progetto. È inaccettabile che il nostro Paese pratichi il doppio standard, esportando il rischio nucleare che noi italiani non ci siamo voluti giustamente assumere» afferma Giuseppe Onufrio, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia.