L’efficienza energetica deve essere al primo posto dell’agenda per lo sviluppo sostenibile di questo Paese. È il messaggio lanciato il 7 novembre, in occasione della prima giornata dell’efficienza energetica in ambito industriale a Key Energy, la fiera internazionale delle energie e della mobilità sostenibili che si è svolta a Rimini Fiera in contemporanea con Ecomondo.
L’obiettivo indicato dalla Strategia energetica nazionale per il 2020 sulla domanda complessiva è di 1.474 MTep (milioni di tonnellate equivalenti a petrolio) contro i 1.678 MTep dell’anno scorso. Sono comunque già calati del 2% i consumi complessivi (dato 2011), a causa principalmente dalla crisi economica. Più in generale, ha rilevato Luca Piterà, segretario tecnico di Aicarr, è proprio dal settore industriale che si attendono i maggiori risultati, con un’attesa di efficientamento del 50%. Bene anche il risparmio conseguito dal residenziale (-67%), mentre sono ancora limitati i risultati attesi per trasporti (-25%) e terziario (-8% di consumi).
L’incontro del 7 novembre era dedicato agli scenari sull’uso efficiente in ambito industriale. In effetti, il tema della riduzione dei costi dell’energia è molto sentito dagli imprenditori, che vedono nel taglio delle spese l’opportunità di accrescere la competitività del Made in Italy sui mercati internazionali. Ebbene, nonostante per le nostre aziende sia possibile ridurre le bollette con interventi di efficienza, le imprese rivelano però una scarsa consapevolezza dei benefici che derivano ad esempio da un’attenta analisi di consumi e da un utilizzo più adeguato degli strumenti a disposizione. Dario di Santo, direttore di Fire, la federazione che si occupa dell’uso razionale dell’energia, ha segnalato infatti che da un’indagine svolta sul sistema produttivo italiano è emerso che solo il 26% delle imprese ha in programma di adottare un sistema di gestione dell’energia. Ad oggi risulta che solo 135 stabilimenti produttivi adottano la certificazione Iso 50001 contro i 2.044 presenti in Germania.
Diversi sono i settori di intervento per ridurre i consumi previsti dalla direttiva europea 27/12 e che dovranno essere recepiti entro il 2014 dal Parlamento italiano. Tra questi, il ricorso agli audit energetici e alla cogenerazione ad alto rendimento (in siglia: Car). A questo proposito Alessandro Fontana di Italcogen ha rilevato come “la nuova direttiva europea, se da un lato è riuscita a dare un quadro più organico e uniforme a livello europeo, la stessa introduce per la Car nuovi elementi di instabilità che sembravano essere superati dopo l’approvazione della direttiva del 2004 recepita nell’estate 2004”.
Ma non sono solo le questioni tecniche ad essere sollevate , ma anche quelle finanziarie. “Le ultime modifiche ai Tee, i titoli di efficienza energetica, hanno dato maggiori possibilità per il settore industriale ma rimane la questione dei finanziamenti”, ha ricordato Gian Battista Zorzoli del Coordinamento Free, “per questo motivo è necessario un intervento in sede politica per riuscire ad accedere a strumenti più adeguati, come ad esempio un fondo di garanzia messo a disposizione delle imprese dalla Cassa Depositi e Prestiti”. Il coordinamento, ha annunciato Zorzoli, presenterà entro novembre una proposta precisa al Ministero dell’Economia.
Key Energy: http://www.keyenergy.it