L’Istat ha comunicato i dati dell’inflazione in Italia: +1,1% su base annua ad aprile, dallo 0,8% di marzo. Di solito l’aumento dell’inflazione fa subito pensare che sia in corso una ripresa economica. Ma non è il nostro caso.
Secondo la maggior parte degli analisti quest’aumento dell’inflazione è di natura esogena, cioè importata. In altri Paesi, Stati Uniti, Cina, la ripresa economica è già partita, anche abbastanza forte, e ha portato a un aumento globale delle materie prime, e quindi dell’inflazione. Anche l’Europa e l’Italia risentono di questa escalation dei prezzi, soprattutto per quel che concerne l’energia, dal momento che l’Italia da questo punto di vista è un grosso importatore.
La ripresa economica però in Italia non è ancora arrivata. Le stime prevedono che ci sarà a partire dalla seconda metà dell’anno, forse già da maggio, complici il buon prosieguo della campagna vaccinale e le riaperture di tutte le attività economiche.
Le banche centrali, e la BCE in particolare, come al solito tengono sotto osservazione il dato dell’inflazione, che influisce non poco sulle politiche monetarie. E nonostante si registri un incremento dei rendimenti dei titoli di Stato è ancora presto per ipotizzare una stretta finanziaria tale da impattare in un certo qual modo su imprese e famiglie.
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