Il recupero e la gestione delle acque reflue provenienti da uso industriale o civile sono tematiche chiave per un’industria italiana che desidera aumentare la sua produzione e che sceglie di farlo in modo sostenibile, sostiene White Lab, gruppo di laboratori analisi italiano diffusi in maniera capillare sul territorio.
Tutte le industrie producono acque di scarto derivanti dalla produzione. Queste acque, dette “reflue”, vengono scaricate in fognatura o in un corso idrico superficiale e preventivamente depurate, come previsto dalle normative di riferimento. L’acqua è quindi una delle utility fondamentali per garantire la produzione di un’industria, insieme al gas e all’energia elettrica.
Negli ultimi anni, però, il sottosuolo è cambiato rapidamente e drasticamente. Si sta verificando una diminuzione importante del livello della falda e questo, di conseguenza, porta a una riduzione della capacità di estrazione di acqua dalle falde sotterranee (un processo noto come “emungimento”). Questi cambiamenti hanno avuto e continuano ad avere un impatto importante sulle aziende che desiderano espandere la propria capacità produttiva, perché gli enti pubblici – considerata la scarsità di acqua – non possono concedere il permesso alla realizzazione di nuovi pozzi per l’emungimento, fondamentali per aumentare la portata d’acqua per una produzione più massiccia. Inoltre, a causa delle alluvioni che si sono verificate in questi anni in diverse zone d’Italia, alle aziende viene sempre più spesso negato anche l’aumento di portata idrica in scarico nel corpo idrico recettore.
“I cambiamenti ambientali stanno imponendo un limite importante alle industrie italiane che vogliono espandere la loro capacità di produzione e che hanno la possibilità economica di farlo. È per questo che molte di loro hanno scelto come soluzione il recupero delle acque in uscita dal proprio impianto di depurazione. Si tratta di un investimento importante, l’impianto deve essere idoneo per garantire il riutilizzo delle acque reflue per diventare potabili o per essere nuovamente utilizzata a livello industriale. Tuttavia, questi impianti permettono alle industrie di avere sempre a disposizione una risorsa idrica da impiegare nella produzione e, riducendone lo spreco, l’intero processo diventa più sostenibile per l’azienda e per l’ambiente”, commenta Luca Danielli, Location Manager Savi Laboratori & Service, Gruppo White Lab.
White Lab è un polo specializzato che supporta le aziende nell’intero processo di realizzazione degli impianti di recupero delle acque reflue. L’intero processo comincia con l’analisi ambientale delle acque reflue, delle acque potabili e dell’intero ciclo produttivo. Nelle industrie multiutility l’analisi viene condotta anche sulle acque di falda e su quelle destinate a utilizzo civile. Questa prima fase permette ai tecnici esperti dei laboratori di White Lab di conoscere le condizioni, la quantità e la qualità dell’acqua da depurare. Sulla base di questi dati i tecnici possono quindi progettare, realizzare e successivamente produrre un impianto di depurazione e riutilizzo specifico per le esigenze dell’industria. Una volta realizzati, gli impianti verranno regolarmente e frequentemente monitorati dagli esperti di laboratorio per garantire i massimi standard di sicurezza, verificando la qualità delle acque, sia depurate che, che possono essere trasformate in acque potabili o per industriale.
Negli ultimi quattro anni, White Lab ha realizzato 4 impianti di riutilizzo delle acque reflue industriali e altri dieci sono in fase di progettazione. Ad oggi il gruppo di laboratori ha realizzato anche circa 200 impianti di depurazione dell’acqua su tutto il territorio italiano, di questi circa 150 sono ancora seguiti dai laboratori White Lab per la parte analitica e di gestone.
L’azienda Inalpi, grazie all’impianto progettato e realizzato da White Lab, è riuscita a potabilizzare quotidianamente 2000 metri cubi giorno di acqua dalle acque di scarico; presso lo stabilimento Inalpi è stato realizzato un nuovo impianto di depurazione in grado di trattare dai 4000 ai 6000 metri cubi al giorno di acqua reflua, riuscendo quindi a potabilizzarne 2000 metri cubi.
“Questi dati dimostrano da soli quanto sia importante investire sul riutilizzo delle acque reflue. Siamo felici di essere stati loro consulenti e di aver contribuito al raggiungimento di questi importanti per la loro produzione e per l’impatto ambientale sul nostro territorio”, conclude Danielli del Gruppo White Lab.