I risultati di un nuovo studio sponsorizzato da DuPont, produttore di refrigeranti, mostrano che il 65% delle installazioni di refrigerazione in nove mercati chiave UE, funziona ancora con gas refrigeranti HCFC, sollevando dubbi su quanto sia preparato il mercato sul divieto in Europa degli HCFC vergini. Il divieto, che si basa sulla legislazione introdotta nel 2000 a seguito del Protocollo di Montreal, sarà in vigore dal gennaio 2010.
Spaziando attraverso i settori industriali che rappresentano i maggiori utilizzatori di refrigeranti, vari tipi di installazioni di refrigerazione contengono ancora quantità significative di HCFC, che variano dal 57% nei chiller (quantità minore) al 76% di impianti di aria condizionata (quantità maggiore). Per esempio, il 61% delle stanze frigorifere e il 57% dei chiller utilizzano ancora gli HCFC.
Anche se il livello di consapevolezza della legislazione risulta alto, il 90% degli intervistati dichiara di essere consapevole dell’imminente divieto, le grandi quantità di HCFC che rimangono mostrano che tale conoscenza non ha suscitato un’urgenza per conformarsi alla normativa. Tra quelli che ancora non hanno preso provvedimenti, il 17% dichiara che non ha intenzione di agire.
Con una stima di 130.000 tonnellate di gas HCFC ancora in uso in diversi milioni di installazioni nell’Unione Euopea, principalmente sotto forma di R-22, ogni settimana decine di migliaia di queste installazioni avranno bisogno di assistenza per essere conformi entro il 2010. Per le aziende che basano la loro attività sulla refrigerazione, un’azione ritardata – l’inerzia – può rappresentare una minaccia alle loro attività. Il grande numero rimanente di impianti con Hcfc in uso implica che man mano che le aziende inizieranno a reagire agli imperativi legislativi nella corsa per il 2010, ci sarà una richiesta significativa delle ditte di assistenza.
Inoltre, dalla metà del 2009, ci si aspetta che i produttori diminuiscano progressivamente la produzione di Hcfc. Questi fattori gemelli minacciano di creare una congestione, facendo aumentare i costi per le aziende che tardano a rispondere. Un numero di utilizzatori di Hcfc intende aspettare il 2015, quando entrerà in vigore il divieto degli Hcfc riciclati, con la convizione che ci sarà una fornitura sufficiente di R-22 recuperato.
Tuttavia, considerato l’elevato costo del processo di riciclaggio, le attuali proiezioni stimano che la disponibilità di R-22 riciclato sarà solo il 15% del totale richiesto per caricare le rimanenti installazioni che utlizzano HCFC.