Brasile chiama, Italia risponde. Il Paese Sudamericano rappresenta un’occasione primaria di sviluppo per tutte le imprese italiane della green economy. Rimini Fiera, che dal 2015 organizza Fimai Ecomondo Brasil a San Paolo e, da 20 anni, con Ecomondo è l’expo di riferimento per il sistema ambiente italiano ed europeo, è impegnata a connettere le due realtà, con ottime possibilità di reciproca soddisfazione.
Del potenziale business si è parlato a Bologna, presso la sede della Regione Emilia-Romagna, nel corso di un workshop promosso da Ecomondo al quale hanno partecipato circa 25 aziende top, interessate alla presentazione del Rapporto sullo stato dei rifiuti in Brasile e alle opportunità di collaborazione fra le aziende italiane e la domanda di un mercato in forte espansione. La ricerca presentata è stata commissionata da ICE Brasile ed è stata curata da ABRELPE (Associação Brasileira de Empresas de Limpeza Pública e Resíduos Especiais). Alla presentazione sono intervenuti Anna Pallante (ICE), Carlos Silva (Ceo di Abrelpe) con la ricercatrice Gabriela Otero Sartini, Ruben Sacerdoti (Regione Emilia-Romagna), Marco Ricci (CIC Consorzio Italiano Compostatori) e il prof. Fabio Fava, presidente del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo.
“Ci sono tre aspetti fondamentali che fanno del Brasile un approdo favorevole per le imprese italiane della green economy – spiega Gabriele Otero Sartini – La prima è che più del 65% dei rifiuti urbani in Brasile è gestito da aziende private; secondo, la strategia guarda alla produzione di compostaggio e biogas, settori nei quali l’Italia è un paese leader; terzo, la presenza di grandi aree urbane nelle quali pianificare la messa in opera di nuovi impianti. Il Brasile presenta un dinamismo importante in questo settore, è pronto ad accogliere impianti con tecnologie validate che tengano conto dei costi di gestione che in Brasile sono piuttosto bassi. La prossima edizione di Fimai Ecomondo Brasil a San Paolo, e quella di Ecomondo a Rimini Fiera, saranno ulteriori fondamentali passi per concretizzare una collaborazione evidentemente possibile”.
Per quanto riguarda i rifiuti, in Brasile nel 2014 l’ammontare totale dei RSU (rifiuti solidi urbani) é stato di poco più di 71 milioni di tonnellate. Il rapporto tra la quantità di rifiuti prodotti e la raccolta degli stessi ha raggiunto un indice del 90,6%, con discrepanze considerevoli però tra le diverse regioni geografiche, mentre, poco più di 7 milioni di tonnellate di rifiuti non sono stati raccolti ed hanno avuto una destinazione sconosciuta o inadeguata rispetto a quanto indicato dalla legislazione. (Fonte Ricerca ICE Brasile – ABRELPE)
“Fra imprese italiane e brasiliane ci sono ottime prospettive di collaborazione – conferma il Prof. Fabio Fava, presidente del CTS di Ecomondo – considerando il fatto che il Paese sudamericano sta equipaggiandosi di normative e direttive nuove e stringenti sul fronte ambientale, sovente in linea con quelle già adottate in Europa, in particolare sul fronte della salvaguardia dell’ambiente e delle sue risorse, sul frazionamento e la valorizzazione dei rifiuti. Ciò genera nuovo fabbisogno di ricerca ed innovazione e quindi nuove opportunità di mercato, di interesse per un Paese come l’Italia che ha già fatto lo stesso percorso negli ultimi anni, con aziende pronte ad accompagnare l’avvio di procedure e competenze mature e validate nei vari ambiti regolamentati”.