Il 2011 ha consacrato il nostro Paese come il principale mercato mondiale per il solare fotovoltaico. Secondo i dati di Solarbuzz l’Italia ha installato il 28% dei pannelli installati nel mondo, davanti alla Germania (25%) e agli Stati Uniti (10%).
Un dato certamente straordinario che ha rivoluzionato il mercato elettrico scatenando reazioni molto critiche nel tentativo di porre un freno a questo sviluppo esponenziale. Il messaggio che Scheer racchiude nel suo ultimo libro “Imperativo energetico” è invece quello di non fermarsi dopo i primi successi, di non accontentarsi del raggiungimento di una significativa quota, ma al contrario di accelerare verso una transizione completa, verso l’obiettivo di un nuovo sistema energetico 100% rinnovabile.
Scheer è stato uno dei padri della legge tedesca per lo sviluppo delle rinnovabili che è stata poi l’ispirazione per molti altri paesi, Italia compresa, e prevedeva le reazioni del sistema all’avanzata delle nuove fonti, prevedeva le critiche agli incentivi e la reazione dei “profeti del mercato”, pronti a puntare il dito contro il trattamento di favore riservato al sole, al vento e alle altre fonti verdi.
Ma “Pensare solo ad una quota limitata di energie rinnovabili sarebbe una limitazione strategica ingiustificabile”, scriveva Scheer, giustificherebbe sostegni alle fonti fossili per altri decenni perpetuando l’esistenza di due sistemi energetici distinti che finirebbero con l’intralciarsi.
Il recente vivace dibattito fra Terna e le società elettriche ha evidenziato anche in Italia come le rinnovabili costituiscano un sistema diverso ed alternativo rispetto a quelle fossili, come il mercato stesso muti con il loro ingresso, come debbano cambiare le strategie dei grossi produttori e come le società di trasmissione e distribuzione debbano con urgenza pianificare massicci investimenti.
Sviluppare sistemi di stoccaggio per immagazzinare la crescente quota di energia non programmabile è un imperativo non rimandabile, del resto lo stoccaggio è necessario anche alle fonti fossili: sistemi di trasporto, magazzini, silos, depositi servono proprio per conservare gas, carbone e petrolio; per l’eolico e il fotovoltaico la differenza consiste nel fatto che l’immagazzinamento può avvenire solo dopo la trasformazione in energia elettrica e non prima. Quando parliamo di costi e di investimenti, dobbiamo contabilizzare quelli relativi al sistema di approvvigionamento della fonte primaria che sono necessari alle fossili, ma non alle rinnovabili.
Per Sherr lo scenario 100% rinnovabile è possibile a patto che si riesca a tradurre in stimoli economici i vantaggi sociali ed economici delle energie rinnovabili, ad esempio attraverso una tassa sulle emissioni, che dovrebbe evitare qualsiasi ricorso a strumenti di cap and trade. Secondariamente dando priorità alle fer sul piano urbanistico in modo che cittadini e imprenditori possano sviluppare i loro progetti senza ostacoli burocratici.
Nella situazione attuale di crisi si fronteggiano anche in Italia due opposte fazioni, coloro che propendono per continuare lo sviluppo delle fer e coloro, Confindustria e grandi utility, che pensano che si siano già spesi fin troppi soldi in incentivi e che dunque sia necessario un freno, specie in periodi di ristrettezze economiche. Se vincessero questi ultimi sarebbe un danno per tutti perché le rinnovabili non sono fonti paragonabili alle fossili, non si adattano al sistema degli ultimi cinquant’anni, modellano una società diversa, più pulita, più indipendente, meno gerarchica e più sicura. Si inscrivono nell’unico processo di crescita reale della terra, quello generato dal Sole e fanno rientrare l’economia nei limiti del sistema ecologico.
Per questo un nuovo sistema energetico è una opzione desiderabile, anche se impone a tutti noi di avere coraggio e fantasia mentre “in troppi perseguono solo ciò che appare realizzabile nel contesto attuale”. È un cambiamento di civiltà quello che è in atto, Sheer lo sottolinea, perché è alla qualità della vita che dobbiamo pensare, sono i valori umani che devono farci da bussola, non quelli economici.
“A scarseggiare non sono le rinnovabili, ma il tempo”.
Roberto Meregalli
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