Parte dal secondo porto più trafficato d’Italia un green new deal. A maggio l’Autorità Portuale ha siglato con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, presieduta da Edo Ronchi, un accordo di partenariato per realizzare un modello avanzato di gestione ambientale delle attività.
La sfida della sostenibilità ambientale è da tempo al primo posto nell’agenda dell’Autorità Portuale di Trieste, che ha messo il tema al centro dell’incontro intitolato Gli obiettivi ambientali del Porto di Trieste, proposto martedì scorso a istituzioni, addetti ai lavori e giornalisti, all’interno della centrale idrodinamica nel Porto Vecchio della città.
Dopo l’imbarco sulla nave Delfino Verde e un giro attraverso lo scalo, il meeting si è concentrato sulle strategie per la gestione ambientale delle attività portuali dello scalo giuliano. L’autorità, proprio al fine di migliorare le sue performance sotto il profilo “green”, ha avviato un progetto articolato per arrivare anche alla certificazione Emas (Eco-Management and Audit Scheme), uno strumento volontario proposto dalla Comunità europea, al quale possono aderire volontariamente le organizzazioni (aziende, enti pubblici, ecc.) per valutare e migliorare le proprie prestazioni ambientali e fornire al pubblico e ad altri soggetti interessati informazioni su una corretta gestione ambientale. Uno strumento particolarmente importante, in quanto è incluso tra gli strumenti volontari attivati nell’ambito del V Programma d’azione europeo a favore dell’ambiente.
Il panel di esperti riunitosi a Trieste si è confrontato dunque con i rappresentanti di istituzioni, mondo economico, addetti ai lavori e media, per discutere del futuro del porto di Trieste nel contesto delle strategie su cui la Regione Friuli Venezia Giulia intende scommettere per il rilancio del nostro sistema dei trasporti e della logistica, anche nell’ottica vincente dell’intermodalità.
Una strategia di sviluppo che l’Autorità Portuale ha da tempo sposato con convinzione e che si accompagna all’impegno per il Porto di presentarsi sullo scenario nazionale e internazionale con un “pedigree” tarato su standard di qualità e sostenibilità ambientali in grado di competere a livello globale.