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Il decreto Terra dei fuochi è leggeERT

Nella seduta pomeridiana di mercoledì 5 febbraio, con 174 voti favorevoli, 58 contrari e 12 astensioni, il Senato ha dato il via libera definitivo al ddl 1275 di conversione, con modificazioni, del DL 136, recante disposizioni urgenti diretti a fronteggiare emergenze ambientali e industriali e a favorire lo sviluppo delle aree interessate, già approvato dalla Camera dei deputati

Il provvedimento, che affronta le emergenze ambientali e industriali nella Terra dei fuochi e negli impianti dell’Ilva di Taranto, presenta, tra le principali novità, le misure per la sicurezza agroalimentare in Campania, gli interventi di monitoraggio, la previsione di principi di trasparenza e concorrenza negli interventi di bonifica, l’introduzione del reato di combustione illecita dei rifiuti, l’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità a fini di bonifica, la proroga delle gestioni commissariali, le risorse aggiuntive per screening sanitario.

Grazie al lavoro svolto alla Camera, lo stanziamento per il provvedimento è salito da 3 a 80 milioni. In particolare il decreto prevede 50 milioni di euro per il 2014 e il 2015 destinati agli screening medico-sanitari sulla popolazione che risiede in queste due aree.

Nel caso dell’Ilva, si introduce tra l’altro una speciale procedura per l’autorizzazione alla realizzazione degli interventi previsti dall’Aia e dal piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria nell’area dello stabilimento.

Con il via libera definitivo al Senato si sono “create le condizioni per la riscossa” di un territorio tormentato: “Non tutto è risolvibile con un decreto, ma questo è un punto di partenza che può consentire un percorso di riscossa”. Lo ha affermato il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, commentando il voto.

Don Maurizio Patriciello, che da anni porta avanti una lotta per riconoscere l’emergenza ambientale di quell’area, definisce l’approvazione del decreto legge sulla Terra dei Fuochi un “punto di inizio, non certo di arrivo”. Si dice “contento” perché “la terra dei Fuochi finalmente è diventato un problema nazionale e questo è avvenuto grazie al lavoro dei volontari. Ha vinto anche la linea del dialogo – aggiunge – l’unica strada che noi conosciamo”