L’ultima edizione di BioEnergy Italy ha ospitato 149 espositori da 4 Paesi e 9.884 visitatori professionali. La manifestazione, che quest’anno si svolge dal 5 al 7 marzo a Cremona, è il marketplace più efficace per il settore anche perché si svolge nel più grande e importante distretto italiano per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Secondo gli ultimi dati del Crpa, gli impianti a biogas agricolo in Italia a fine 2012 sono 994 per una potenza installata di 750 MW. Di questi, il 52% si trova in Lombardia ed Emilia Romagna. E anche per quanto riguarda il fotovoltaico, la Pianura Padana è l’area più vocata in Italia: dei 478.331 impianti installati nel nostro Paese, il 25% si trova tra Lombardia ed Emilia Romagna (fonte: GSE).
BioEnergy Italy è anche un vero e proprio laboratorio di idee per il settore: ogni anno il programma prevede oltre 30 appuntamenti tra convegni, seminari e workshop studiati per coinvolgere e attrarre in Fiera il pubblico giusto per sviluppare nuovo business. Per realizzarlo gli organizzatori si avvalgono della collaborazione di realtà importanti tra cui Aita, Enea, Dgl International, Legambiente, Chimica Verde e Confagricoltura.
In merito ai trend di mercato delle fonti rinnovabili, l’Italia, secondo il 90% degli espositori di BioEnergy 2014, offre ancora molte possibilità di mercato nel settore delle rinnovabili. Se si pensa che in Germania gli impianti sono circa 7.000 e in Italia sono 700, a detta degli espositori che parteciperanno a BioEnergy Italy 2014 il mercato continua ad essere molto interessante. D’altronde il settore del biogas ha conosciuto negli ultimi anni un impetuoso sviluppo, grazie ai generosi incentivi assegnati agli operatori. In particolare, secondo recenti elaborazioni Aiel (Associazione italiana energie agroforestali), si sono diffuse a macchia d’olio soprattutto le installazioni di grande taglia: nel 2011 sono stati realizzati ben 289 impianti di potenza compresa tra i 500 e 1.000 kW e 24 addirittura sopra il MW, contro sole 54 installazioni di taglia inferiore ai 100 kW. Ma questo stato di cose è cambiato nell’ultimo anno.
Secondo il 70% degli espositori intervistati, da quando sono entrati in vigore i nuovi incentivi, sono ora soprattutto gli impianti di biogas agricolo sino a 100 kW di potenza elettrica a costituire interessanti prospettive di investimento, in particolare per le aziende agro-zootecniche.
Dunque l’evoluzione del biogas italiano verso la piccola taglia non è sfuggita di certo agli operatori, che stanno reindirizzando il proprio business verso tipologie di impianti più ridotte. Certo c’è poi l’ordinaria manutenzione, secondo il 30% degli espositori intervistati, dei grossi impianti. Per questi si punta sul ripotenziamento e sulle migliorie con l’inserimento di nuovi macchinari. L’Italia dunque è un Paese dove il biogas ha ancora moltissime potenzialità.
Per quanto riguarda l’Europa il 70% delle aziende hanno aperto i loro mercati soprattutto verso i Paesi dell’est, in particolare in Romania, Bulgaria, Ungheria, Paesi che beneficiano delle sovvenzioni europee nel campo delle bioenergie. Un’attenzione particolare è rivolta, per il 30% delle aziende , alla Polonia, che potrebbe avere aspettative di crescita in campo di energie rinnovabili entro qualche anno (si parla del 2015). E poi c’è la Turchia, che unisce economicamente l’Europa con i vicini mercati orientali, il Caucaso e l’Asia Centrale, e che si sta dimostrando molto interessante in materia di energie rinnovabili.
Per quanto riguarda invece i Paesi extracomunitari, i mercati obiettivi del 20% degli intervistati sono sicuramente gli Stati Uniti, ma anche il Sud America, in particolare Argentina e Brasile.
BioEnergy: http://www.bioenergyitaly.com