Cofely, protagonista nei servizi di efficienza energetica, possiede attualmente tre impianti alimentati a biomassae vegetali, uno in provincia di Bergamo e due in provincia di Brescia, per un totale di 38,2 MW di potenza elettrica e termica complessivamente installata. Dister Energia, invece, gestisce a Faenza, in provincia di Ravenna, una centrale per la produzione di energia termoelettrica a biomasse vegetali solide e liquide, per una potenza complessiva di oltre 30 MW installati, e un impianto di depurazione per reflui agroalimentari. Infine, Fusine Energia ha realizzato la centrale a biomassa legnosa nel Comune di Fusine, in provincia di Sondrio, di potenza pari a circa 5 MW.
Sale così a 18 il numero di produttori di energia elettrica da biomasse solide iscritti al Comitato Energie da Biomasse Solide che, con oltre 23 impianti alimentati da più di 3,5 milioni di tonnellate annue di biomasse e i suoi oltre 4.000 addetti (diretti e indiretti), rappresenta quasi il 60% dell’energia elettrica prodotta in Italia attraverso questa fonte rinnovabile.
L’ulteriore ingresso di tre operatori primari conferma la validità delle istanze rappresentate dal Comitato, nato con l’obiettivo di tutelare il settore, messo a rischio dal cambio del regime tariffario che andrà a soppiantare i Certificati Verdi e che, per effetto del mancato adeguamento delle tariffe incentivanti agli attuali prezzi dell’energia, comporterà la crisi del settore, della sua filiera e dell’indotto, ma soprattutto la perdita dei benefici che il comparto apporta al sistema economico e sociale italiano.
In particolare, gli impianti di Cofely utilizzano circa 170.000 tonnellate di materiale da combustione, proveniente dai territori circostanti, secondo il modello della filiera corta, per produrre 100 milioni di kWh di energia elettrica. Il quantitativo di elettricità prodotto è in grado di soddisfare il fabbisogno annuo di più di 30.000 famiglie. Mentre la centrale termoelettrica gestita da Dister Energia produce, tramite gli scarti della produzione vinicola e frutticola, circa 260.000 MWh/anno di energia e consente una riduzione delle emissioni di CO2 del 90%, rispetto all’impatto ambientale nel preesistente sito produttivo. La centrale di Fusine utilizza 80.000 tonnellate di biomasse legnose – reperite localmente – per produrre 40 milioni di kWh di energia elettrica. Il quantitativo di elettricità prodotto dall’impianto di Fusine è in grado di soddisfare il fabbisogno annuo di più di 13.000 famiglie.
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