Si è tenuta a giugno un’importante giornata di lavori dedicata alla sicurezza dei prodotti chimici ed ai relativi adempimenti richiesti dal regolamento CLP per la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze e delle miscele chimiche.
L’incontro, organizzato da AssICC e Federchimica, è stato un importante momento di dialogo con le autorità e di approfondimento rispetto alle prime indicazioni esplicative sui contenuti e sulle modalità del Regolamento, che erano state date in occasione dell’incontro dello scorso 15 aprile. Le scadenze per gli adempimenti sono molto ravvicinate: 1 dicembre 2010 per le sostanze e dal 1 giugno 2015 per le miscele, e molti sono gli aspetti ancora poco chiari per le aziende.
“Parlo a nome delle nostre aziende del mondo della Distribuzione di prodotti chimici, ma credo di interpretare il pensiero di tutti i presenti – afferma Giorgio Bonetti, presidente di AssICC -. Vediamo con grande favore la presenza a questo tavolo di funzionari con incarichi pubblici, aperti a considerare nuove ipotesi di lavoro, disposti ad ascoltare e a farsi portavoce delle nostre esigenze di importatori. Sono proprio questi momenti di dialogo che, dando la possibilità di parlare con le persone competenti, ci consentono di ottenere risultati concreti. È qui che si esplica la funzione di mediatore delle associazioni di categoria ed è per questo che continueremo a creare questi momenti di incontro e di scambio.
Non posso però fare a meno di fare una piccola postilla, sottolineando una diffusa preoccupazione che sale dalla nostra base associativa e che va ben oltre la crisi economica, che d’altronde riguarda tutte le categorie e dalla quale noi non siamo esenti. Sto parlando del fatto che in questo periodo si sono sovrapposti importanti e onerosi obblighi normativi, che hanno messo a dura prova le strutture delle nostre aziende, appartenenti (la maggior parte) al novero delle piccole e medie imprese. A rischio è il 10% delle aziende del settore chimico a livello nazionale, ma non solo, volgendo il nostro sguardo al mercato europeo bisogna rilevare che il 40% dei prodotti chimici sono di importazione, il rischio che molti di essi scompaiano dal mercato non è una chimera”.
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