L’autoproduzione e il consumo contestuale di energia elettrica prodotta dagli oltre 280.000 impianti fotovoltaici sulle coperture di edifici e sui tetti residenziali, rappresentano un volano per il rilancio dell’economia nazionale. Questa la dichiarazione di Valerio Natalizia, presidente Gifi–Anie, alla vigilia dell’audizione presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati.
È il caso della piccola e media impresa nazionale che, a fronte del costo elevato del kWh “tradizionale”, ha la possibilità di ridurre le spese energetiche e disinibire i processi virtuosi di competitività tipici dell’industria nazionale attraverso l’utilizzo della tecnologia fotovoltaica per la produzione di energia elettrica.
L’installazione di oltre 200.000 impianti fotovoltaici per la generazione distribuita in poco di più di un anno è un chiaro segnale delle elevate competenze acquisite dall’industria fotovoltaica nazionale e questo rappresenta un’eccellenza senza eguali a livello internazionale. Inoltre, come dimostrato da un recente studio di Confartigianato, il fotovoltaico ha contribuito in maniera diretta all’incremento del numero di aziende operanti nel settore energetico in Italia.
“I continui attacchi al settore fotovoltaico provenienti da diverse fonti – prosegue Natalizia -, non rendono i giusti meriti a un comparto che contribuisce in maniera determinante all’indipendenza energetica nazionale. Nel 2011, secondo dati forniti da Terna, il fotovoltaico ha coperto il 3% della domanda elettrica nazionale (con un picco del 6% ad agosto 2011) con un incremento rispetto al 2010 di circa il 400%. Certe provocazioni mettono ingiustificatamente in discussione la serietà e la professionalità dei quasi 20.000 impiegati (di età media inferiore ai 35 anni) direttamente nel settore fotovoltaico, senza peraltro proporre dati reali a supporto delle tesi”.
La crisi economica globale, che sta causando il rallentamento di tutte le attività industriali, ha colpito, seppur marginalmente, anche il settore fotovoltaico. Infatti nel 2011, a livello globale, sono stati oltre 20 i GWp di nuova potenza fotovoltaica connessa alla rete, dei quali quasi la metà in Italia, generando investimenti industriali per quasi 40 miliardi di euro e almeno 4 miliardi di euro di tasse versate nelle casse dello Stato.
L’instabilità normativa è un fattore di forte squilibrio per il mercato che ha visto negli ultimi anni ripetuti “stop and go” che hanno pericolosamente minato lo sviluppo sostenibile del quale Anie/Gifi si fa da sempre promotore. Basti pensare al Decreto Salva Alcoa, un provvedimento che non è stato richiesto dal settore fotovoltaico e che ha generato un inaspettato acceleramento delle installazioni.
Nonostante il percorso ad ostacoli il settore si sta avviando, grazie agli incentivi, alla piena competitività (grid parity), che stimiamo possa comprendere tutti i segmenti di mercato già fra un paio d’anni. L’architettura del IV Conto Energia ed i 7 miliardi di euro a disposizione vanno proprio in questa direzione e l’industria nazionale si sta preparando a raggiungere questa importante meta.
In conclusione, Natalizia afferma: “Anie-Gifi ritiene fondamentale che lo Stato, le Istituzioni e tutti gli Stakeholder contribuiscano in maniera organica e coordinata a creare le condizioni di mercato affinché le imprese possano operare e svilupparsi a beneficio del Sistema Paese. L’industria (non solo quella fotovoltaica) non può investire nel lungo termine se i riferimenti normativi non sono garantiti per un adeguato arco temporale. Lo stesso vale per il sistema finanziario e i piani di formazione universitari che dovrebbero essere concordati con l’industria per ottimizzare le risorse disponibili e garantire al meglio l’ingresso nel mondo del lavoro”.
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