20 anni di impegno costante nel segno della sostenibilità, coronato da continui successi sul fronte ambientale, sociale, economico: questo il quadro che emerge dai dati dell’edizione 2014 del Rapporto Responsible Care, il Programma volontario mondiale che l’industria chimica promuove per tutelare la sicurezza e la salute di lavoratori, consumatori e dell’ambiente, nell’ambito più generale della responsabilità sociale delle imprese.
I numeri presentati oggi mostrano risultati eclatanti a partire dalla sicurezza sul lavoro: l’industria chimica si impegna ogni giorno a garantire luoghi di produzione idonei allo svolgimento delle attività professionali senza rischi per la salute di chi vi opera. È la stessa Inail a dichiararlo, indicando la chimica come settore con il minor numero di malattie professionali e il secondo con il minor numero di infortuni rapportato alle ore lavorate dai dipendenti.
Sotto il profilo ambientale, le emissioni inquinanti in atmosfera sono scese di circa il 95% e quelle negli scarichi idrici del 65%, rispetto al 1990. In particolare le emissioni di gas serra sono state ridotte del 68%; già dal 2005 il settore è dunque già in linea con l’obiettivo UE, che ne impone una riduzione del 20% a livello europeo entro il 2020.
Inoltre, va registrato un calo notevole dei consumi energetici, in valore assoluto, del 38,2% rispetto al 1990. Nonostante la crisi economica abbia inciso in parte su questa riduzione, il miglioramento comunque conseguito è testimoniato dall’Indice di efficienza energetica (calcolato a parità di produzione) che migliora del 44,9%.
Per sicurezza, salute e ambiente le imprese chimiche dedicano ogni anno oltre il 2% del proprio fatturato e realizzano investimenti pari a circa il 20% del totale investito. “Il Rapporto Responsible Care – ha commentato Cesare Puccioni, Presidente di Federchimica – da vent’anni misura la propensione continua delle imprese chimiche verso la sostenibilità; oggi ci consegna la fotografia di un settore non solo responsabile, ma cosciente del suo ruolo nella società. Un’industria chimica forte e competitiva, infatti, è promotrice di sviluppo sostenibile: trasferisce tecnologia e innovazione a tutti i settori manifatturieri e con i suoi i prodotti aiuta anche gli utilizzatori a ridurre l’impatto ambientale.”
“Sostenibilità però non significa solo ambiente – ha proseguito Puccioni. Occorre tenere nella dovuta considerazione anche la dimensione economica, che favorisce sviluppo e crea lavoro, benessere e risorse per finanziare l’innovazione. Il nostro settore è diventato sempre più efficiente e competitivo, garantendo al contempo il rispetto dell’ambiente e la crescita economica; infatti, la competitività industriale è un fattore chiave anche nel complesso percorso verso la sostenibilità.”
Il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gian Luca Galletti, ha aperto i lavori sottolineando la positività dei risultati conseguiti dalle imprese aderenti a Responsible Care e indicando l’Industria chimica come uno dei settori portanti per l’economia nazionale. Alla tavola rotonda, seguita alla presentazione dei dati, hanno partecipato: Massimo De Felice, Presidente, Inail; Raffaello Vignali, Segretario Ufficio di Presidenza, Camera dei Deputati; Ermete Realacci, Presidente Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, Camera dei Deputati.