Ieri i ministeri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente e delle Politiche agricole hanno reso pubblico lo schema di decreto ministeriale che regola l’incentivazione per l’impiego delle fonti rinnovabili nell’energia termica (riscaldamento a biomassa, pompe di calore, solare termico e solar cooling) e per le misure adoperate nella messa in efficienza energetica degli edifici pubblici
Il provvedimento è stato approvato con un ritardo di oltre 400 giorni rispetto alla scadenza fissata, ma è un passo indispensabile nell’iter delle politiche di riconversione del sistema energetico nazionale in modalità sostenibile al quale l’Italia è vincolata dagli obiettivi imposti dalla direttiva dell’Unione europea “20-20-20”: entro il 2020 il nostro Paese dovrà raggiungere le quote del 17% di energia prodotta da fonte rinnovabile e del 20% nel miglioramento dell’efficienza.
Il Ministero dell’Ambiente ha dichiarato che in merito alle fonti rinnovabili termiche “il nuovo sistema incentivante promuoverà interventi di piccole dimensioni, tipicamente per usi domestici e per piccole aziende, comprese le serre, fino ad ora poco supportati da politiche di sostegno”. Sarà quindi più agevole per i privati e per le imprese fare fronte all’investimento per installare nuovi impianti rinnovabili ed efficienti (con una spesa di alcune migliaia di euro) anche grazie a un incentivo che ammortizzerà in media il 40% dell’investimento e che verrà stanziato in 2 anni (5 anni per gli interventi più impegnativi).
Nel comunicato del Ministero dell’Ambiente si legge ancora: “Per quel che riguarda invece gli incentivi all’efficienza energetica per la Pubblica Amministrazione, il provvedimento aiuta a superare le restrizioni fiscali e di bilancio che non hanno finora consentito alle amministrazioni di sfruttare pienamente le potenzialità offerte dal risparmio energetico. I nuovi strumenti daranno dunque un contributo essenziale anche al raggiungimento degli obiettivi europei in termini di riqualificazione energetica degli edifici pubblici, dando a questo settore un ruolo di esempio e guida per il resto dell’economia”.
“Lo Stato si prende l’impegno di pagare una quota importante dell’investimento di famiglie e pubblica amministrazione per l’efficienza in campo energetico: parliamo del 40% dell’investimento per cifre che sfiorano i 900 milioni di euro all’anno”, ha dichiarato agli Stati generali della green economy, durante Ecomondo a Rimini, il ministro Passera presentando il provvedimento.
Mentre il ministro Clini ha affermato: “Abbiamo 700 milioni di euro all’anno per i privati e 200 milioni per le amministrazioni pubbliche per tutto il tempo della durata degli investimenti. Le risorse sono reperite sulla bolletta elettrica e sulla bolletta del gas per il tempo necessario. È un intervento”, ha puntualizzato Clini, “che non prevede incentivi per impianti industriali e che quindi esclude di per sé forme di speculazione finanziaria: è tarato in modo tale da consentire il pay-back dell’investimento degli impianti, questo dalla combinazione dell’incentivo che viene dato, fino al 40%, col risparmio che si ottiene nel consumo di gas”.
“Abbiamo modellato questo intervento”, afferma Clini, “per creare nel nostro Paese una filiera produttiva di questi impianti e mettere in moto un sistema che nell’arco di poco tempo potrebbe sostenersi autonomamente senza incentivi”.
Dopo la messa a punto e l’approvazione del decreto che regola la produzione di energia da fonti rinnovabili termiche, ora il prossimo obiettivo, sottolineato dal ministro Passera, è legato alla definizione dei certificati bianchi.