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ELEMENTI – Radio, via degli Alcalino-terrosi, 88ERT

Quando il grande Henri Becquerel (1852-1908) ha affidato come argomento per la tesi di laurea a quella ragazza polacca col nome impronunciabile, Marie Sklodowska (1867-1934), lo studio di quello strano sale di uranio che emanava una strana fosforescenza al buio, non sapeva che con quel gesto avrebbe cambiato il mondo. La ragazza polacca si mise al lavoro, seguita dall’assistente Pierre Curie (1859-1906) e dopo molti mesi di lavoro, al caldo e al freddo, in un capannone, in mezzo agli acidi e ai fumi, identificò che la radiazione veniva non dall’uranio, ma da una impurezza che chiamò polonio, in onore del proprio paese di origine, anzi da due nuove sostanze, una delle quali chiamò radio perché emetteva delle radiazioni.

Questo radio aveva comportamento chimico simile a quello degli elementi alcalino-terrosi, infatti si collocava proprio sotto il bario. Il radio, simbolo Ra, peso atomico medio 226, è presente in natura sotto forma di vari isotipi che a loro volta si formano dal decadimento dell’uranio e del torio e decadono a due isotopi del radon. L’isotopo radio-226, quello a vita più lunga, è sempre presente nei minerali di uranio dal quale si forma continuamente per decadimento dell’uranio-238; Il radio-226 a sua volta decade a radon e poi a piombo.

Le due catene di decadimento radioattivo che interessano il radio sono:
U(238)→Ra(226) →Rn(222)→Po(218)→Bi(214)→Pb(210)→Pb(206)
Th(232)→At(228)→Ra(224)→Rn(220)→Po(216)→Pb(212)→Pb(208)

Dopo la scoperta dell’esistenza del radio e delle sue proprietà i Curie hanno anche messo in evidenza che poteva curare i tumori ed è cominciata una produzione industriale in vari paesi. Storicamente i primi minerali utilizzati erano la pechblenda di Joachimsthal, oggi Jachimov nella Repubblica Ceca: 7 tonnellate di pechblenda, dopo molte manipolazioni chimiche, forniscono 1 grammo di radio.

Vari minerali contenenti radio si trovano nel Canada, nella Repubblica Democratica del Congo, nel Colorado (USA) e in altri Paesi. Per qualche tempo vernici fluorescenti a base di radio sono state usate per rendere luminescenti al buio i numeri degli orologi e delle bussole, ma ben presto si scoprì che i lavoratori di tali fabbriche si ammalavano gravemente. Proprio per il suo carattere di elemento alcalino-terroso, il radio si fissa all’interno dell’organismo seguendo il metabolismo del calcio e da questo deriva la sua pericolosità.

Giorgio Nebbia