Come si evince dal bilancio elettrico di Terna, la sanità e l’assistenza sociale pubblica rappresentano il primo “consumatore” di energia del settore pubblico italiano, con il 31% del totale. Un ambito che si può efficientare è quello della produzione e del consumo energetico delle strutture ospedaliere italiane, anche grazie al PNRR. È quanto è emerso da una serie di incontri dal titolo “Energy Efficiency 4.0” organizzati da MCE (Mostra Convegno Expocomfort), la manifestazione fieristica che si è tenuta a Milano. In questa occasione si sono confrontati esperti di energia, impiantistica ed edilizia analizzando le opportunità offerte dal PNRR per usufruire dei finanziamenti previsti dall’UE in un’ottica di efficientamento energetico del mondo della sanità.
Il mondo dell’edilizia sanitaria, oltre alle nuove costruzioni previste, è composto oggi da 1.911 anagrafiche tra ASL, Distretti, Presidi ospedalieri, Aziende Ospedaliere, Policlinici universitari, Ospedali militari e religiosi, IRCCS e Centri Trapianti. Per permettere lo sfruttamento dei finanziamenti del PNRR in questo ambito le aziende sanitarie devono attuare interventi puntuali di efficientamento energetico (che non permettono di delegare il rischio di risultato nella riduzione dei consumi) o contratti di prestazione energetiche EPC (Energy Performance Contract) attraverso procedure di gara. Un’attività che può essere fatta in autonomia o appoggiandosi ai soggetti aggregatori/centrali di committenza (come Consip e Invitalia). La carenza di personale nelle strutture sanitarie, le complesse procedure amministrative del codice appalti e i relativi tempi di espletamento rendono però molto complicato finalizzare i progetti in tempo utile.
“Un’opportunità per le aziende sanitarie di sfruttare i fondi del PNRR è quella di utilizzare le proposte di Partenariato Pubblico Privato (PPP), che permetterebbero agli operatori privati ESCo di elaborare proposte di efficientamento energetico” afferma Alessio Zanetti, Direttore Sviluppo Commerciale e Innovazione di Gemmo Spa e Vicepresidente di Assistal. “In questo modo si potranno coinvolgere capitali privati per completare il finanziamento delle opere di riqualificazione ai fini di risparmio energetico e/o di adeguamento sismico, anche perché i fondi del PNRR non sono di certo sufficienti per riqualificare tutto il patrimonio sanitario italiano. In questo modo le aziende sanitarie possono concentrarsi sul controllo dei risultati e delegare la responsabilità dei principali rischi di costruzione, disponibilità e risultati di efficientamento sull’operatore privato”.
Il Partenariato Pubblico Privato è una forma di cooperazione tra soggetti pubblici e privati prevista dal Codice dei contratti (D. lgs 50/2016), che ha l’obiettivo di finanziare, costruire e gestire infrastrutture o fornire servizi di interesse pubblico. Affinché questo percorso sia realizzabile nei modi e tempi previsti dal PNRR si deve mappare dettagliatamente il patrimonio sanitario italiano. Un’attività già iniziata con il progetto PELL Ospedali, nato dalla collaborazione tra ENEA, Assistal, SIAIS e Gemmo, al quale si sono aggiunti altri partner istituzionali e industriali quali Consip, Aicarr, Siram ed Engie, con l’obiettivo di identificare una soluzione metodologica e tecnologica in grado di fotografare in modo uniforme e standardizzato le caratteristiche e le consistenze impiantistiche, edili ed energetiche del sistema sanitario italiano.
“Questo progetto ci permetterà di disporre di uno strumento di valutazione per identificare ed elaborare più semplicemente e con maggiore rapidità i progetti di efficientamento energetico e riqualificazione di cui l’edilizia sanitaria ha assoluto bisogno” dichiara ancora Zanetti. “Una metodologia di raccolta dati, già sperimentata con successo nel settore della Pubblica Illuminazione e in elaborazione anche nel settore dell’edilizia scolastica, che potrà essere utilizzata in modalità standard nei bandi di servizi elaborati dalle varie stazioni appaltanti o nelle proposte di PPP preparate dagli operatori privati per sfruttare in modo efficiente i fondi messi a disposizione dal PNRR”.
Il percorso, da attivare in tempi rapidi, richiede risorse adeguate per competenza e quantità di cui le aziende sanitarie spesso non sono dotate. Ecco quindi il ruolo chiave delle ESCo nell’esecuzione di diagnosi energetiche mirate a considerare l’intero ciclo di vita dell’opera (progettazione-realizzazione-gestione-riqualificazione in un ciclo continuo a 360 gradi), nell’individuazione dei migliori interventi che vanno ad impattare sia sui rendimenti energetici sia sulle attività di conduzione e manutenzione, oltre che nel finanziare gli interventi e garantirne i risultati.
Una sfida conquistabile? Sì a sentire Vittorio Cossarini, Presidente di AssoESCo, l’Associazione Italiana delle Energy Service Company e degli Operatori dell’Efficienza Energetica: “Il panorama delle ESCo è oggi ampio e variegato in termini di bisogni che sono in grado di coprire. Le Esco nostre associate coprono circa 2,5 miliardi di investimenti in efficienza energetica su un totale di 3/3,5 miliardi che il comparto genera complessivamente. Le ESCo hanno quel mix di competenze tecnologiche finanziarie e regolatorie che consente di promuovere investimenti di efficienza energetica e reperire sul mercato i capitali necessari eccedenti gli eventuali interventi pubblici”.
“Le ESCo operano in coincidenza di interessi con il cliente. I ricavi sono proporzionali al rendimento generato, certo e misurato, e soprattutto ne sono direttamente responsabili. E spesso finanziano l’investimento. Non lasciano solo il cliente: quando l’impianto è installato iniziamo a lavorare per generare efficienza e risparmio economico, impiegando le tecnologie più avanzate. Non si fa efficienza solo installando impianti, ma gestendo gli impianti che sono stati installati”.
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