È ormai evidente come le “green practice” e la sostenibilità ambientale siano collegate alle performance e al successo di un’impresa. Si tratta di una sfida imprenditoriale e organizzativa sempre più importante, che le aziende italiane hanno iniziato ad affrontare.
Sette consumatori su dieci, secondo Ernst and Young, infatti, prediligono l’acquisto di prodotti da aziende che producono in maniera ecologica, operano in modo sostenibile, riciclano e utilizzano elementi naturali.
Questo sviluppo rappresenta un cambiamento nella consapevolezza sociale che mette, di conseguenza, sotto pressione ogni azienda. A ciò si aggiungono le normative, ad esempio a livello Europeo, come l’obbligo di prevedere un report di sostenibilità nel 2023 per aziende con più di 250 dipendenti, con un fatturato di oltre 40 milioni di euro o con 20 milioni di patrimonio totale. Grazie a questi fattori sono molte le aziende, anche a livello italiano, che hanno adottato questa tendenza.
“Le aziende devono prendere sul serio le nuove regolamentazioni in quanto le pene previste in caso di violazione, sono molto severe”, dichiara Dante Cislaghi – General Manager di Aras. “Le aziende che non si adeguano rischiano di perdere l’attenzione degli investitori e, di conseguenza, attrattiva sul mercato”.
Secondo lo studio di Aras “From Sustainability to Digitalization: Challenges 2022”, sette aziende su 10 hanno già previsto che la sostenibilità sarà per loro uno dei temi principali. In futuro, infatti, sarà necessario agire in diverse aree, come ad esempio la gestione degli scarti e la scelta di materiali ecologici o riciclati.
Ma come possono le aziende e i loro prodotti diventare più sostenibili? Come possono gestire il loro ingresso nell’economia circolare?
Il concetto di organizzazione sostenibile è molto ampio e comprende la responsabilità sociale, la decarbonizzazione e la tutela dell’ambiente, criteri che sono riassunti dall’acronimo ESG (Environmental, Social, Governance).
“Le organizzazioni sostenibili sono aziende che incoraggiano i propri dipendenti e partner a fornire prestazioni sostenibili, ad avere un impatto duraturo e a creare valore e fiducia da parte di tutti gli stakeholder”, aggiunge Cislaghi. “Lo sviluppo di un’economia circolare è un obiettivo generale di sostenibilità, dove si intende l’ottenimento di un modello sostenibile di produzione e di consumo. I materiali e i prodotti esistenti dovrebbero essere condivisi, affittati, riutilizzati, riparati, ristrutturati e riciclati il più a lungo possibile”.
È in questo modo che il ciclo di vita dei prodotti viene esteso.
Allo stato attuale i cicli di vita del prodotto completi, intesi come governo “end-to-end” del processo di realizzazione di un prodotto, sono ancora un’eccezione nel mondo industriale. Tuttavia, esistono numerosi collegamenti tra tali cicli in molti settori, in alcune aziende all’avanguardia.
Affinché possa esistere un’efficace economia circolare i prodotti devono soddisfare diversi requisiti: la materia prima ottenuta è conforme a criteri ambientali e sociali; nella supply chain, tutte le parti coinvolte si preoccupano di ridurre al minimo le distanze e organizzare solo i trasporti assolutamente necessari; i prodotti sono progettati per avere una durata massima; il loro design garantisce anche una facile riparazione e una riutilizzabilità nei mercati secondari; sono riparabili ed espandibili, ad esempio sostituendo i componenti, come i processori degli smartphone.
Soddisfare questi requisiti porta alla progettazione sostenibile dei prodotti, in cui la fine del ciclo di vita del prodotto viene presa in considerazione già nella fase di progettazione, a differenza di quanto avveniva nella maggior parte dei casi in passato.
Progettare prodotti sostenibili richiede che i produttori coinvolgano gli stakeholder dell’intera catena del valore.
Anche i fornitori devono utilizzare una progettazione sostenibile dei prodotti e procurarsi le materie prime in modo sostenibile. Un’economia circolare si realizza solo quando tutti gli attori sono connessi tra loro. Devono lavorare fianco a fianco per essere sostenibili nelle rispettive fasi di utilizzo dei prodotti e questo richiede informazioni in ogni fase della vita di un prodotto. Questo digital thread si crea anche tracciando i cambiamenti nella configurazione del prodotto durante la sua vita utile e collegandolo ai dati di funzionamento e di performance ottenuti con l’aiuto delle tecnologie IoT.
“La ricchezza dei dati relativi alla progettazione, produzione e smaltimento di prodotti sostenibili per l’economia circolare non può essere gestita con un sistema ERP convenzionale”, aggiunge Cislaghi. “I dati sono troppo incentrati sulla pianificazione dei processi produttivi, mentre per entrare nell’economia circolare le aziende devono utilizzare due importanti strumenti digitali: un sistema PLM e una configurazione governata del digital twin”.
La piattaforma PLM di Aras supporta la creazione di un’economia circolare in due fasi. In quella di progettazione di un prodotto, dalla proposta di design alle istruzioni di realizzazione vere e proprie, tutti i singoli dati vengono collegati tra loro per generare informazioni end-to-end. Il modello di prodotto così creato mostra lo stato di sviluppo attuale e il processo di sviluppo.
Dopo la fase di produzione e di utilizzo di un prodotto, il digital twin viene collegato ai dati rilevanti del prodotto provenienti dalle fasi di progettazione e di produzione. Questa configurazione del digital twin può essere la base per monitorare lo stato del prodotto durante tutto il suo ciclo di vita.
È importante iniziare da un qualcosa di piccolo e limitato. Un’azienda non può passare all’economia circolare in un colpo solo ma è necessario che parta da un singolo prodotto o servizio. Successivamente dovrebbe creare collaborazione nella supply chain, raccogliere e collezionare il maggior numero di dati, definire i KPI e utilizzarli in un modello di dati e, infine, pensare e riflettere attentamente sui modelli di business.
Aras ha realizzato un white paper che illustra come le aziende e i loro prodotti possono diventare più sostenibili, come possono gestire il loro ingresso nell’economia circolare e quali strumenti digitali sono già disponibili per sostenere in questa iniziativa.