«Università e imprese si dimostrano sempre più attente al tema dell’efficienza energetica. Crescono gli studi del settore e l’offerta formativa in grado di creare nuovi esperti, tra tutti l’Energy manager, capaci di soluzioni innovative per ottimizzare i costi energetici. Resta al palo il comparto degli enti pubblici, il cui approccio pare oggi non in grado di rispondere alla necessità di contenere l’inquinamento e, cosa non meno importante, razionalizzare le spese». E’ quanto emerge dall’ultima analisi dati del Centro studi di Avvenia, società del gruppo Terna, con sede ad Albano (Roma) tra i più importanti player nel mercato dell’efficientamento energetico, che prende in considerazione il report dell’Energy & Strategy Group – l’equipe di ricercatori del Politecnico di Milano – ed il rapporto sugli Energy manager redatto dalla Fire (Federazione italiana per l’uso razionale dell’Energia), il soggetto che su incarico del MISE promuove questa importante figura professionale gestendone l’elenco di iscritti (in base alle legge 10/91). «L’Energy Efficiency Report del POLIMI offre dati interessanti su un mercato che, nel 2017, ha fatto registrare investimenti pari a 6,7 miliardi di euro con una crescita del 10% rispetto al 2016. I segmenti più sensibili all’efficientamento si confermano quello del residenziale/terziario insieme alle industrie, mentre la pubblica amministrazione si conferma il vero e proprio fanalino di coda. Nel segmento ‘Home and Building’, dunque, si registra il 65% degli investimenti, segue l’industria con il 33%, pari 2,2 miliardi di euro, mentre la PA pesa solo il 2%. L’ambito industriale segna la crescita maggiore rispetto all’anno precedente, con un +12%».Da sottolineare il boom delle Esco (Energy service company) certificate, aziende che, al pari di Avvenia, si occupano di fornire servizi per realizzare interventi di efficienza energetica. «Lo studio del Politecnico milanese sottolinea un aumento di occupati in questo segmento che oggi conta 9819 addetti, in crescita del 34%. Questo corrisponde ad una enorme prospettiva di inserimento lavorativo anche per neolaureati che aspirino a misurarsi nelle professioni legate all’Energia».
La maggiore sensibilità dell’Industria si conferma nell’ultimo rapporto sugli Energy Manager della Fire: «Oggi in Italia gli Energy manager sono 2239, per lo più provenienti dalle attività industriali, con un inquadramento interno alle aziende di riferimento. Salta all’occhio il decremento del numero di manager dell’energia provenienti dalla PA, oggi appena 173, mentre nel 2013 erano addirittura di più, ovvero 222. Da stigmatizzare il tasso di inadempienza della PA, stimato sino al 90%». Prosegue Avvenia: «La professione oggi è in costante evoluzione: nelle imprese maggiori si sta affermando anche l’Esperto in gestione dell’Energia (Ege) che diventa un elemento fondamentale di un vero e proprio team che si occupa delle gestione delle problematiche energetiche. Seguireun appropriatopercorso accademico- prosegue il centro studi – è certamente un punto a favore per i giovani che vorranno intraprendere il lavoro di Energy manager. Il ventaglio di scelte universitarie è vastissimo, e si arricchisce di anno in anno. Nell’anno accademico 2018-2018, partirà per la prima volta presso l’università di Sassari (www.uniss.it) un nuovo percorso triennale professionalizzante in ‘Gestione energetica e sicurezza’, classe di Laurea in Ingegneria industriale. Corso che testimonia la sensibilità dell’Isola verso il tema energetico, senza dimenticare che la Sardegna esporta il suo notevole surplus energetico in Italia e in Francia.Il nuovo corso universitario prevede un test di ammissione, non vincolante, e formerà una figura esperta nella gestione energetica che, nel terzo ed ultimo anno, seguirà un percorso di tirocinio direttamente in azienda».