Un sostanziale allineamento con la media italiana con significative eccezioni nelle emissioni di CO2, nella qualità dell’aria e nell’acqua. La criticità dovuta alla scarsità di aree verdi è alleggerita dalla posizione di Savona, caratterizzata dalle spiagge costantemente usufruibili e dalle colline vicine.
È questo il ritratto della città ligure che emerge dallo studio “Città Sostenibili: Savona” di Siemens Italia, sesta tappa dell’indagine commissionata all’Istituto di Ricerca Piepoli sulla sostenibilità ambientale delle principali città italiane e presentata presso il Campus Universitario.
“Circa il 50% della produzione economica mondiale viene generata nelle 600 città più grandi del mondo”, spiega Federico Golla, amministratore delegato di Siemens Italia. “Non a caso, si stima che le città investiranno per le loro infrastrutture 2 trilioni di euro l’anno. Le leve principali d’intervento sono rappresentate per noi da energia, mobilità ed edifici. In termini tecnologici, questo vuol dire realizzare sistemi di distribuzione dell’energia di nuova concezione, con un forte ruolo delle smart grid, sistemi complessi di gestione del traffico e di automazione degli edifici. Sono queste alcune delle aree su cui Savona sta lavorando con maggiore impegno”.
La ricerca presentata a Savona non solo fotografa l’attuale situazione della città ligure in termini di infrastrutture e soluzioni per la tutela del territorio, ma fornisce anche indicazioni per il suo futuro. Sono stati monitorati i risultati ottenuti in otto diverse categorie: emissioni di CO2, consumo energetico, efficienza edifici e green hospital, trasporti, acqua, raccolta rifiuti, qualità dell’aria e politiche di gestione del verde e, in una seconda fase, sono state somministrate una serie di interviste personali ad opinion leader e rappresentanti degli enti istituzionali locali operanti nella città.
Per quanto riguarda le emissioni di CO2 prodotte dal trasporto pubblico, Savona, con 396 grammi annui per passeggero di anidride carbonica, vanta un dato fortemente inferiore a quello della media delle città considerate (478). Oltre all’impegno di Tpl Linea, la società che si occupa del trasporto pubblico a Savona, la città ha inoltre avviato un progetto di car sharing.
Sul fronte dei consumi energetici, l’indice di sostenibilità è in linea con la media dei capoluoghi di provincia italiani. In particolare, i consumi pro-capite di benzina e diesel si attestano a 388 kep per abitante all’anno contro i 416 delle città dell’indagine. Inferiori rispetto alla media dei capoluoghi di provincia italiani sono anche i consumi di gas metano per uso domestico e per riscaldamento (363 m3 contro 422 ad abitante). Mentre i consumi di energia elettrica per uso domestico con 1.263 kWh per abitante contro i 1.201 della media nazionale risultano leggermente in aumento.
Nonostante l’assenza di impianti di teleriscaldamento, l’efficienza energetica degli edifici è allineata con la media nazionale. Da segnalare che il nuovo Piano Energetico Ambientale approvato nel 2010 comprende numerosi interventi sugli edifici e sugli immobili comunali, la realizzazione di impianti fotovoltaici e solari termici, e interventi nelle scuole pubbliche.
I trasporti rappresentano una criticità per la città ligure. Se, infatti, da una parte il trasporto pubblico di Savona è caratterizzato dalla rete autobus (312,7 km per 100 km2 di superficie comunale contro i 115 italiani) e da uno snodo ferroviario di notevole entità (67,1 contro 17), d’altra parte gli indici riferiti alla disponibilità di aree pedonali, densità piste ciclabili e domanda di trasporto risultano inferiori alla media. In particolare quest’ultima, dove 54 è il numero di passeggeri annui trasportati dai mezzi pubblici per abitante contro 229 della media nazionale.
L’indicatore relativo alle perdite della rete idrica, ossia la differenza tra volume immesso ed erogato, è del 17%, decisamente inferiore alla media costruita (34%). Anche i consumi d’acqua risultano inferiori, pur se leggermente, rispetto alla stessa (62 m3 per abitante rispetto ai 66,7 della media nazionale).
Sulla gestione dei rifiuti Savona evidenzia una bassa percentuale relativa alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani: 22% contro 32% della media nazionale. Tuttavia questo dato è compensato dal dato sui rifiuti avviati in discarica, 443 kg per abitante, che invece è più alto della media (353 kg). Di conseguenza, in questa area, l’indice di sostenibilità ambientale risulta appena sotto la media rispetto al resto d’Italia.
Molto positivo il quadro relativo alla qualità dell’aria dove tutti gli indicatori presi in esame sono migliori rispetto alle media dell’indagine. Savona produce 87,25 tonnellate annue di PM10 a fronte di una media di 1.130. E ancora, 4 sono i superamenti del limite per la protezione della salute umana previsto per il PM10 contro i 45 italiani. L’opinione diffusa rispetto a questa categoria è che la ventosità della città favorisca la dispersione degli inquinanti.
Un profilo critico emerge infine per quanto riguarda le politiche di gestione del verde. Entrambi gli indicatori presi in esame sono inferiori alla media, sia la disponibilità di verde urbano di 73,7 m2 per abitante sia la densità di verde. Tuttavia la posizione di Savona con le sue spiagge e le colline vicine contribuisce a renderne meno “pressante” l’esigenza.
Guardando al futuro, Savona è una città che, dovendo ripartire, può organizzarsi e pianificare, avendo a disposizione conoscenze e tecnologie migliori rispetto al passato e sempre più idonee a consentire uno sviluppo sostenibile. Dopo aver conosciuto una forte crescita nel suo momento d’oro, negli ultimi due anni il tessuto industriale savonese paga lo scotto della crisi. Ma oggi la città può contare su aree economiche ad alto potenziale come l’impiantistica, la produzione, la ricerca universitaria, oltre al turismo e alla dimensione a misura d’uomo.
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