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Convegno Nazionale “Riutilizziamo l’Italia”ERT

“Con la campagna Riutilizziamo l’Italia vogliamo dare vita ad un risveglio culturale ed economico-sociale che punti sulla riqualificazione dell’ambiente urbano, la rigenerazione del paesaggio e della biodiversità e liberi il Bel Paese dalla morsa dell’asfalto e del cemento che lo sta soffocando”. Lo dice il Wwf che lancia la sua ricetta contro l’aggressione del territorio, per la riqualificazione del bel Paese: una Proposta di legge nazionale sul consumo del suolo – proprio quando alla Camera dei Deputati vengono presentati da molti gruppi parlamentari testi normativi innovativi; uno Strumentario di interventi immediati, consentiti dalle leggi vigenti, per frenare e invertire la tendenza che nei prossimi 20 anni, ai ritmi attuali, rischia di coprire di grigio altri 680.000 ettari (un territorio più esteso della Basilicata); e dei Laboratori territoriali che coinvolgeranno i cittadini in tutta Italia nella riqualificazione di specifiche aree degradate come modello e primo passo di un riuso possibile.

Tutto questo dopo che tra gli anni ‘50 e il 2000 abbiamo assistito ad una urbanizzazione del nostro territorio che ha fagocitato 2 milioni e 250 mila ettari (un’area grande come Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia insieme), come risulta dalla indagine originale (realizzata raffrontando cartografia storica) coordinata dal professor Bernardino Romano dall’Università dell’Aquila a cui il Wwf dà il suo contributo.

In occasione del convegno “Riutilizziamo l’Italia – Idee e proposte per contenere il consumo del suolo e riqualificare il Bepaese”, tenutosi tra il 31 maggio e il 1 giugno all’Università Roma, il Wwf ha messo a disposizione dei gruppi parlamentari e del governo, e presenta ai cittadini, una Proposta di legge organica che consenta di dare chiari segnali per una consapevole inversione di tendenza rispetto all’attuale “rapina di territorio”. L’Italia è ancora oggi un Paese a rischio, visto che ancora c’è chi irresponsabilmente propone di guardare con condiscendenza a condoni e sanatorie dell’abusivismo edilizio che dal 1948 ad oggi ha ferito il territorio con 4,5 milioni di abusi edilizi, favoriti dai 3 condoni che si sono succeduti negli ultimi 16 anni.

La Proposta di legge, elaborata dall’Ufficio legislativo del Wwf e sottoposta al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando presente al Convegno, vuole indicare un terreno più avanzato che tenga conto della sensibilità diffusa, anche in settori rilevanti delle stesse forze economiche, verso il recupero e la riqualificazione del patrimonio esistente. Nella proposta di legge del Wwf: si sancisce il principio di garantire la funzione ecologica del suolo e si consente l’urbanizzazione di nuovo suolo nel caso in cui non esistano alternative quali la sostituzione o la riorganizzazione degli insediamenti; si definiscono i principi di utilizzo programmato e di utilizzo contenuto del suolo attraverso interventi di riqualificazione e riutilizzazione del patrimonio esistente (in primis quello pubblico); si istituisce un Registro nazionale del suolo, in cui confluiscano anche i dati locali sul consumo del suolo, e un Bilancio dell’uso del suolo redatto dagli Enti locali; si propongono tre diversi strumenti di fiscalità urbanistica per incentivare la rigenerazione urbana e disincentivare il consumo del suolo attraverso l’introduzione di un nuovo contributo che renda più gravoso il consumo di nuovo suolo, la rimodulazione del contributo di costruzione esistente, prevedendo una riduzione o una esenzione nel caso si proceda ad interventi di riqualificazione, riutilizzazione e ricostruzione urbanistica, e l’incentivo al riuso attraverso gravami fiscali selettivi per chi possiede immobili che non siano utilizzati o siano rimasti incompiuti per 5 anni.

Al centro del confronto anche proposte di immediata applicazione per le istituzioni locali contenute in uno Strumentario a legislazione vigente, nel quale tra l’altro il Wwf chiede: alle Regioni di procedere alla redazione e all’approvazione della nuova generazione dei piani paesaggistici previsti dal Codice dei Beni culturali che all’art. 135 prevede che sia assicurato il minor consumo di suolo; ai Comuni di redigere Piani urbanistico-ambientali che contemplino le misure di carattere energetico, climatico, di contenimento di consumo del suolo e di tutela delle aree agricole e della biodiversità; Piani che consentano nuove urbanizzazioni solo in caso di documentata insufficienza del riuso di aree ed edifici dismessi e individuino Zone di trasformazione e rigenerazione urbana, utilizzando anche lo strumento dei Programmi di Recupero Urbano-PRU previsti dalla legge n. 267/1998; istituiscano “Laboratori urbani” che servano a garantire l’informazione e la partecipazione dei cittadini alle scelte urbanistiche.

Il Wwf ricorda alle Amministrazioni locali che, a sostegno delle politiche di contenimento del consumo del suolo e per il recupero e rinnovamento del patrimonio edilizio, c’è un nuovo interlocutore istituzionale qualificato nel Comitato Interministeriale per le Politiche Urbane – Cipu e ci sono linee di finanziamento messe a disposizione dall’Europa e dal Governo nazionale: i Programmi plurifondo, finanziati attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – Fesr e il Fondo Sociale Europeo – Fse (che tra il 2014 e il 2020 dovrebbero rendere disponibile 1 miliardo di euro); la piattaforma progettuale “Smart Cities and Communities” che fa capo al Ministero dell’Istruzione, l’Università e la ricerca – Miur (che finora ha messo a disposizione per 8 progetti oltre 196 milioni di euro); il cosiddetto “Piano delle Città”, attivato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (che ha consentito di finanziare 467 interventi edili e urbanistici, anche di recupero e di riqualificazione, con un contributo pubblico di 318 milioni di euro, che attiveranno un volano di progetti e lavori pari a 4,4 miliardi di euro).

Per incalzare le istituzioni c’è bisogno di una mobilitazione diffusa ed è per questo che il Wwf, dopo aver invitato i cittadini a sottoscrivere l’appello online “No al consumo di suolo, sì al riuso dell’Italia”, lancia la proposta di Laboratori territoriali, promossi dalle proprie Sezioni regionali o in collaborazione con altre associazioni, che coinvolgano comitati di cittadini, docenti universitari ed esperti locali nel ridisegnare insieme il futuro di aree abbandonate o degradate.

A supporto dell’iniziativa promossa dal Wwf l’elaborazione scientifica e culturale contenuta nella pubblicazione “Riutilizziamo l’Italia: Report 2013: dal censimento del dismesso scaturisce un patrimonio di idee per il Belpaese”, a cura del Wwf, disponibile e scaricabile gratuitamente da tutti/e sul sito dedicato. Si tratta della pubblicazione più completa, mai uscita in Italia, sul consumo di suolo e sulla rigenerazione del territorio e del tessuto urbano a cui ha contribuito la Rete Docenti composta da 27 professori di 12 diversi atenei.

 

Wwf Riutilizziamo l’Italia: www.wwf.it/riutilizziamolitalia