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Conoscere per deliberareERT

La comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo e al Comitato Economico e Sociale C322/2 del 17/11/2001 illustra la strategia comunitaria sulle diossine, i furani ed i bifenili policlorurati. Il suo primo allegato concerne le disposizioni vigenti su diossine e PCB; il secondo gli studi finanziati dalla Commissione: il terzo infine elenca le priorità di ricerca per un totale di 41 temi a priorità assoluta e di 15 a priorità media.

Passati due anni, ci si potrebbe chiedere quanti e come dei 51 temi di ricerca sono stati affrontati in Italia e con quali risultati, ma la domanda non può essere evasa perché non esiste una responsabilità specifica di alcun ufficio pubblico di seguire l’argomento.

Si avanza pertanto la proposta di costituire un gruppo di studio, misto tra competenze pubbliche e private, che monitori in continuità l’andamento dei temi di ricerca comunitari e ne faccia oggetto di comunicazione periodiche.

Un altro argomento di interesse è quello delle BAT, le migliori (Best) tecnologie (technologies) disponibili (available) per i processi di abbattimento degli inquinanti. Si prenda ad esempio l’inquinamento causato dalle polveri sottili, denominate PM10 le grossolane, PM2,5 le fini e PM0,1 le ultrafini. Secondo un articolo apparso in novembre su La Chimica e l’Industria, le centrali elettriche a ciclo combinato alimentate a metano ne emettono un quantitativo enorme, che va oltre ogni previsione precedente. Purtroppo la nostra legislazione invece le ignora, imponendo solo l’analisi del PST o PM50, il particolato ancora più grossolano che è poco pericoloso per la salute a differenza di quello più minuto.

Quindi gli studi VIA relativi alle centrali in costruzione o in approvazione non ne fanno menzione, con grave danno ambientale. Fra l’altro l’argomento dovrebbe attirare l’attenzione delle società di ingegneria che detengono i processi BAT: infatti secondo fonti americane la tecnologia SCONOX, che riduce clinicamente gli NOx e abbatte anche il CO, costa per una centrale da 500 MW ben 31 milioni di dollari, cioè 27 milioni di euro.

Conclusione, secondo la formula di Einaudi “Conoscere per deliberare”: in una prima fase occorre monitorare le fonti di emissione, per conoscere; in una seconda fase, per deliberare, occorre promuovere l’emissione di norme ecologiche che contemplino l’emissione di PM0,1, PM2,5 e PM10 da parte delle centrali di cogenerazione a metano e impongano l’installazione sulle stesse dei migliori processi di abbattimento.

Mario Ghezzi – Presidente Convegno sui POP