Si è chiuso domenica 30 giugno ad Istanbul, alla Istanbul Technical University, il Global Power Shift (GPS), un evento globale che ha coinvolto oltre 500 donne e uomini tra i 20 e 40 anni, con lo scopo di creare un nuovo movimento internazionale per fermare il cambiamento climatico.
Global Power Shift, o GPS, evento organizzato dalla rete globale 350.org, nato dalla mente dell’ecologista americano Bill McKibben, ha come obbiettivo finale la diminuzione dell’uso dei combustibili fossili, responsabili in larga parte del cambiamento climatico e il raggiungimento di una bozza di accordo globale legalmente vincolante sul clima entro il 2014 (alla COP20 di Lima) con conseguente firma alla Conferenza sul Clima che si terrà a Parigi nel 2015.
Tante le storie portate ad Istanbul dai partecipanti. Dagli ambientalisti del Bangladesh come Devi, che racconta della minaccia alla sicurezza alimentare legata all’innalzamento del livello del mare. Oppure Mikaele Maiava, di Tokelau, Isole Samoa, che racconta del rischio concreto che la sua terra nativa scompaia. O la delegazione proveniente dal Pakistan, uno dei paesi più caldi al mondo, dove attendono che la temperatura raggiunga presto il tetto record di 60°. Un problema che non esclude nemmeno l’Europa, con i rischi connessi all’agricoltura, in particolare quella della vite e allo scioglimento dei ghiacciai alpini e i problemi di salute legati alle grandi centrali a carbone in tutto il continente.
«GPS è un momento storico, che definisce un movimento globale di giovani, leader ambientalisti del futuro dove tutte le realtà nazionali e le culture sono egualmente rappresentate – ha dichiarato Federico Antognazza, vicepresidente di Italian Climate Network, l’unica realtà associativa italiana presente ad Istanbul -. È tempo di creare un movimento GPS anche in Italia».
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