Secondo l’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), se consideriamo un utente domestico tipo del mercato tutelato, tra il primo trimestre 2021 e il primo trimestre 2022 il costo complessivo (ossia ciò che paga l’utente) per l’energia elettrica è passato da 20,6 c€/kWh a 46,03 c€/kWh (+123%) mentre quello del gas per un periodo analogo, è passato da 60,08 c€/m3 a 137,32 c€/m3 (+ 129%). E stiamo parlando del costo finale perché gli aumenti dei costi base dell’energia sono stati ben più consistenti. Anche se i rincari saranno limitati dagli annunciati interventi governativi, il costo per riscaldare le proprie abitazioni è diventato significativo per molte famiglie e resterà tale finché l’Italia importerà il 75,9% dell’energia che consuma.
Quindi quando si acquista una nuova casa la voce riscaldamento diventa importante anche per il fattore economico, ma come si può calcolare il costo del riscaldamento prima di acquistarla?
Si può abbastanza facilmente, ci spiega il prof. Giuliano Dall’O’, Ordinario di Fisica Tecnica Ambientale presso il Dipartimento ABC (Architecture, Built environment and Construction engineering) del Politecnico di Milano e Coordinatore dell’MCE Lab: “è importante ricordarsi che le unità immobiliari sono dotate di un attestato di prestazione energetica (APE), dove sono contenute informazioni importanti: tra queste la classe energetica, che varia da G ad A4 e che consente di comparare due edifici con le medesime caratteristiche volumetriche e morfologiche, e l’Indicatore di prestazione energetica, espresso in kWh/m2 anno, che viene calcolato facendo riferimento alla normativa tecnica vigente derivata da quella europea. Il valore di questo indicatore, che negli annunci immobiliari è indicato con la sigla IPE, ma che negli APE più recenti è indicato come EPgl,nren, che si trova a fianco della classe energetica, per gli edifici residenziali tiene conto dell’energia primaria, elettrica e termica, spesa per il riscaldamento, per la ventilazione, per la produzione di acqua calda e per l’eventuale climatizzazione estiva e considera condizioni d’uso “standard”.
I nuovi APE riportano direttamente il valore del consumi energetici in funzione delle fonti energetiche utilizzate mentre per quelli precedenti è necessario fare un semplice calcolo dividendo il valore dell’indicatore per 10 e moltiplicandolo poi per la superficie netta dell’alloggio:
EPgl,nren
—————- x m2
10
“Se ad esempio voglio stimare il costo energetico di un appartamento di 100 m2 – prosegue Dall’O’ – con IPE pari a 135 kWh/m2 anno, il consumo annuo teorico per il riscaldamento a 20° e per ventilazione e acqua calda sarà grosso modo pari a 135 : 10 x 100 = 1.350 m3 di gas metano che ai costi complessivi attuali, di 1,3732 €/m3, mi porterebbero a un costo complessivo di 1.350 x 1,3732 = 1.853,82 € annui”.
“Infine un piccolo consiglio per risparmiare: Ogni grado in più rispetto alla temperatura ottimale di un’abitazione (20°) corrisponde grosso modo a un maggiore consumo per il riscaldamento del 7%, quindi ogni grado in meno allo stesso risparmio”.