Il report CDP ‘Beyond the Cycle’, presentato a Londra, relativo agli investimenti delle maggiori aziende europee di oil&gas, stila la classifica delle 24 aziende quotate in borsa più grandi e a maggiore impatto del settore oil&gas, sulla base della loro preparazione alla transizione a un’economia a bassa emissione di carbonio.
Tra le 24 aziende quelle europee rappresentano il 70% della capacità attuale di energia rinnovabile e quasi tutta la capacità in corso di realizzazione.
Le maggiori aziende europee di oil&gas spendono fino al 7% dei loro investimenti in tecnologie a basse emissioni di carbonio, ma l’intero settore deve intensificare gli sforzi. Nello specifico il report ha messo in evidenza come le principali aziende europee abbiano alzato il livello degli investimenti per ridurre le emissioni di carbonio, tuttavia, il settore nel suo complesso sia arretrato investendo solo il 1,3% delle spese in conto capitale del 2018.
L’industria oil&gas è responsabile per oltre la metà del totale delle emissioni di gas associate al consumo di energia. L’Europa guida gli sforzi maggiori con le aziende europee che puntano a gas e fonti rinnovabili rispetto al petrolio. Gli investitori esercitano una pressione crescente sulle aziende oil&gas, considerando che le votazioni per delibere su aspetti climatici nelle assemblee degli azionisti sono raddoppiate dal 2014 al 2018.
Equinor, Total, Shell ed ENI si sono posizionate ai vertici della classifica delle aziende che guidano la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. CNOOC, Rosneft e Marathon Oil si posizionano nella posizione bassa della classifica.
Alcuni risultati della ricerca in sintesi:
• Le aziende si stanno orientando verso gas meno inquinanti e riducendo l’impiego di sabbie bituminose. Tra le 24 aziende, la quota di quelle che impiegano il gas come fonte è cresciuta ad un tasso medio annuale del 1,4% fin dal 2002. Cinque aziende hanno anche recentemente disinvestito dalle attività di sabbie bituminose.
• Nuove analisi mostrano che 15 delle 24 aziende di oil&gas esaminate hanno definito nuovi target climatici. Shell e Total si sono distinte come le più ambiziose.
• Dieci aziende sono coinvolte in progetti di cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio (CCUS), e collettivamente corrispondono al 68% dell’attuale capacità globale. Le competenze in questa tecnologia posso diventare parte integrante della licenza a operare per il settore oil&gas nei prossimi anni.
• Dato che il 90% dell’impatto ambientale del settore deriva dall’utilizzatore finale (Scope 3) la gestione di queste emissioni è un fattore chiave per la possibilità del settore di diventare più sostenibile. 18 aziende hanno comunicato le emissioni Scope 3.
• L’efficienza rimane un aspetto problematico nell’industria e i bisogni devono essere affrontati. Di media le aziende stanno perdendo il 3.3% della loro produzione di gas naturale per effetto di degassamento, ventilazione e fuoruscite di metano – per un valore di quasi US 5 milliardi al prezzo corrente del gas.
Il report CDP valuta le aziende lungo quattro aree chiave in allineamento con le raccomandazioni della ‘Task Force on Climate-related Financial Disclosures’ (TCFD). Poiché le raccomandazioni del TCFD sono largamente riconosciute, gli investitori si aspettano una comunicazione sempre più trasparente da parte delle aziende oil&gas su come stanno adeguando il loro modelli di business per gestire i rischi legati alla trasformazione, mentre si stanno avvantaggiando delle opportunità di generare ricavi dalla transizione globale verso un’economia a bassa emissione di carbonio.
CDP- Report Beyond the Cycle, la classifica delle aziende a maggiore impatto del settore oil & gas