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n.8 novembre 2012
Come spiega Giusi Di Bartolo, Responsabile Unico del Procedimento per
TRM “La costruzione dell’impianto di termovalorizzazione genererà nume-
rosi benefici dal punto di vista ambientale: in primo luogo, permetterà di ri-
durre inmaniera sensibile i rifiuti conferiti in discarica, diminuendo di conse-
guenza anche le emissioni di biogas e le problematiche collegate alle
gestione del percolato. Inoltre, essendo l’impianto predisposto per la coge-
nerazione, è in grado di recuperare il calore dal rifiuto trasformandolo in
energia elettrica e calore per il teleriscaldamento, il che permetterà una
sensibile diminuzione delle emissioni inquinanti legate alle caldaie domesti-
che.”
Secondo le stime del progetto, ogni anno il termovalorizzatore potrà fornire
energia elettrica per 175.000 famiglie di 3 persone (350.000 MWh/anno),
riscaldare 17.000 abitazioni da 100 m
2
(170.000
MWh/anno) e consentirà il
risparmio di oltre 70.000 TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio). Rispetto
per il territorio, però, vuol dire anche attenzione verso le esigenze della
popolazione residente e trasparenza informativa. Per questo motivo, nel
progetto sono previste una serie di compensazioni e contributi per i comuni
limitrofi al sito del termovalorizzatore, destinate a migliorarne la qualità del-
la vita. Tra queste, compaiono: la creazione di spazi verdi limitrofi all’impian-
to, azioni di contrasto all’inquinamento atmosferico e la salvaguardia e re-
stauro dei beni culturali della zona. Nello specifico, TRM mette a
disposizione dei fondi destinati a migliorare la viabilità del territorio, a imple-
mentare delle reti di teleriscaldamento connesse con il termovalorizzatore
e a compensare i Comuni, finanziando azioni di tutela ambientale decise
localmente.
Colpisce, inoltre, l’articolato programma di comunicazione pubblica che
TRM ha messo in piedi per rafforzare il dialogo con la popolazione, evitan-
do, attraverso il principio della condivisione, situazioni di contestazione po-
polare che avrebbero reso impossibile un’opera così importante per il terri-
torio. L’approccio ricorda molto quello dei grandi programmi di infrastrutture
pubbliche anglosassoni. La partecipazione popolare è garantita da un Co-
mitato Locale di Controllo ed è stato realizzato un Centro Visitatori all’inter-
no del cantiere per accogliere i visitatori e svolgere delle visite informative
al cantiere in occasione degli Open Day. Non stupisce che nel 2008 TRM
abbia ricevuto il premio Pimby (Please InMy BackYard) conferito dall’Asso-
ciazione omonima per aver contribuito a dimostrare come infrastrutture e
processi di partecipazione si possono conciliare quando gli attori di un ter-
ritorio si impegnano a condividere tempi, regole emodalità di coinvolgimen-
to. Anche in Italia, quindi, i casi di successo nel campo delle grandi infra-
strutture pubbliche si possono raccontare. E, qualche volta, anche visitare
da vicino.
Il Project Finance
Sempre più opere pubbliche ricorrono al Project Finance, un meccanismo di
finanziamento che deve rispondere anzitutto a tre criteri:
Self-sustaining
-
Il progetto copre i propri costi, debiti e remunerazione del
capitale, attraverso i flussi di cassa generati dall’opera.
Ring fence
-
Viene creata una società di progetto ad hoc (in tal caso TRM) per
poter separare i flussi di cassa e gli asset del progetto dalle attività degli sponsor.
Risk sharing
-
I rischi del progetto vengono ripartiti tra i diversi soggetti coinvolti.
Esistono dei vantaggi evidenti nel ricorrere alla finanza di progetto
,
come con-
ferma Marco Castelli, responsabile Amministrazione Finanza e Controllo di
TRM: “I principali vantaggi del project financing sono collegati al limitato utiliz-
zo delle risorse finanziarie pubbliche, alla possibilità di utilizzare un’elevata
leva finanziaria e al maggiore coinvolgimento delle banche al successo dell’i-
niziativa. Con questo meccanismo rischi e ricavi vengono ripartiti su più sog-
getti ed è possibile limitare l’impatto sul bilancio degli azionisti, in quanto il
progetto si presenta come un’unità autonoma confinata in una specifica socie-
tà veicolo.” Continua Castelli: “I soggetti coinvolti in questo meccanismo sono
sempremolteplici e posseggono un alto grado di specializzazione. Nel caso di
Gerbido parliamo di: concedente, azionisti, banche finanziatrici e loro consu-
lenti, assicurazioni, appaltatore, controparti commerciali e Pubblica Ammini-
strazione. Una delle sfide maggiori in questi progetti è, dunque, un buon coor-
dinamento di questi interlocutori.” E a proposito del ruolo delle banche,
interviene Paolo Polinelli, responsabile della divisione BankAdvising di MWH:
“
Il compito delle banche finanziatrici è fondamentale in questo complesso
meccanismo e soprattutto in periodi in cui la disponibilità finanziaria degli enti
pubblici è assai limitata. Grazie agli istituti finanziatori è possibile realizzare
opere di primaria importanza sociale come questa. Propedeutica è l’analisi
dettagliata della capacità tecnico economica del progetto di garantire, negli
anni di esercizio successivi, adeguati margini operativi che consentano il rim-
borso del debito. In questo campo, MWH vanta una pluriennale esperienza
nell’assistenza a primari enti finanziari in Italia e all’estero, in particolare per la
realizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili, settore di
grande attrazione per il project finance italiano ed internazionale.”
Eccellenze di un progetto italiano
Il termovalorizzatore del Gerbido adotta una configurazione impiantistica che
può essere considerata classica nel panorama degli impianti più moderni, ma
è caratterizzata dalle migliori tecniche disponibili (BAT - Best Available Techni-
que), intendendo con questo sia la dotazione impiantistica e i materiali impie-
gati, sia gli accorgimenti adottati nella definizione del lay-out concepito per
generare il minor impatto ambientale possibile.
*
Assets Infrastructure & EfficiencyTechnical Manager, South Euro-
pe, MWH