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n.6 maggio 2012
EDITORIALE
L
’autoproduzione ed il consumo contestuale di energia
elettrica prodotta dagli oltre 280mila impianti fotovoltaici sulle
coperture di edifici e sui tetti residenziali, rappresentano
un volano per il rilancio dell’economia nazionale. È il caso
della piccola e media impresa nazionale che, a fronte del
costo elevato del kWh “tradizionale”, ha la possibilità di
ridurre le spese energetiche e disinibire i processi virtuosi di
competitività tipici dell’industria nazionale attraverso l’utilizzo
della tecnologia fotovoltaica per la produzione di energia
elettrica.
L’installazione di oltre 330mila impianti (dei quali 200mila in
poco di più di un anno) sono un chiaro segnale delle elevate
competenze acquisite dall’industria fotovoltaica nazionale
e questo rappresenta un’eccellenza senza eguali a livello
internazionale. Questo è da leggere come uno dei risultati
dell’incentivazione della tecnologia fotovoltaica. Inoltre,
come dimostrato da un recente studio di Confartigianato il
fotovoltaico ha contribuito in maniera diretta all’incremento
del numero di aziende operanti del settore energetico in
Italia. Infatti il comparto vanta circa 100mila addetti tra
impiegati diretti e indotto.
Il fotovoltaico rappresenta quindi una soluzione win-win
per il sistema economico nazionale, che oltre a generare
nuovi stimoli alla competitività, contribuisce direttamente
all’indipendenza energetica: basti pensare che nel 2011,
secondo i dati forniti da Terna, il fotovoltaico ha coperto oltre
il 3% della domanda elettrica nazionale (con un picco del 6%
in agosto 2011) con un incremento rispetto al 2010 di circa
il 400%. La crisi economica globale che sta causando un
rallentamento di tutte le attività industriali, ha colpito, seppur
marginalmente, anche il settore fotovoltaico. Infatti nel 2011
a livello globale sono stati oltre 25 i GWp di nuova potenza
fotovoltaica connessa alla rete dei quali oltre 9 GW in Italia
generando investimenti industriali per quasi 40 miliardi di
euro e almeno 4 miliardi di euro di tasse versate nelle casse
dello Stato.
L’instabilità normativa è un fattore di forte squilibrio per il
mercato che ha visto negli ultimi anni “stop and go” che
hanno pericolosamente minato lo sviluppo sostenibile
del quale Anie/Gifi si fa da sempre promotore. Basti
pensare al Decreto Salva Alcoa, un provvedimento che
non è stato richiesto dal settore fotovoltaico e che ha
generato un inaspettato acceleramento delle installazioni
con conseguente uso inefficiente delle risorse messe a
disposizione per l’incentivazione della tecnologia.
Nonostante il percorso ad ostacoli il settore si sta avviando,
grazie agli incentivi, alla piena competitività (grid parity), che
stimiamo possa comprendere tutti i segmenti di mercato già
fra un paio d’anni.
L’architettura della normativa vigente va proprio in tale
direzione e l’industria nazionale si sta preparando a
raggiungere questa importante meta.
Alla luce dei recenti sviluppi normativi e dell’attuale dibattito
sull’emanazione del V Conto Energia, mettere in discussione
il sostegno alle fonti rinnovabili in generale ed al fotovoltaico
in particolare sarebbe un errore strategico. Rischieremmo
di uscire dal settore delle rinnovabili proprio adesso che a
livello internazionale il trend di sviluppo sembra inarrestabile
con circa 260 miliardi di dollari investiti nel settore nel
2011. Per tale motivo appare anacronistico il ricorso ad
argomentazioni strumentali e di parte, volte a sottolineare
esclusivamente i costi per il Paese senza evidenziare gli
enormi benefici. Una visione miope che mortificherebbe
l’industria nazionale con la sua capacità innovativa
aumentandone la disoccupazione.
Perché l’industria fotovoltaica continui ad essere
competitiva c’è bisogno dell’impegno di tutti. Anie-Gifi ritiene
fondamentale che lo Stato, le Istituzioni e tutti gli stakeholder
contribuiscano in maniera organica e coordinata a creare le
condizioni di mercato affinché le imprese possano operare
e svilupparsi a beneficio del sistema paese. L’industria
(non solo quella fotovoltaica) non può investire per il lungo
termine se i riferimenti normativi non sono garantiti per
un adeguato arco temporale. Lo stesso vale per il sistema
finanziario e i piani di formazione universitari che dovrebbero
essere concordati con l’industria per ottimizzare le risorse
disponibili e garantire al meglio l’ingresso nel mondo del
lavoro.
Valerio Natalizia, Presidente Anie-Gifi
Fotovoltaico
Una risorsa per il Sistema Paese