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n.6 maggio 2012
RASSEGNA
FOTOVOLTAICO
di Trasmissione Nazionale;
b) la carenza di informazioni aggiornate
circa il livello e la localizzazione degli
impianti alimentati da fonti rinnovabili non
programmabili, e circa il suo effettivo profilo
di produzione orario zonale non consente né
di prevedere adeguatamente la produzione
di tali impianti da offrire sul Mercato del
Giorno Prima (MGP), né di conoscere in
anticipo i fabbisogni orari zonali residui ai fini
dell’approvvigionamento di risorse nella fase
di programmazione di MSD.
L’ampliamento della fascia d’azione di
intervento sulla frequenza degli inverter
fotovoltaici va in questa direzione. In seconda
battuta c’è la possibilità di permettere a
Terna di introdurre distacchi (il regolatore
parla di “riduzione selettiva della generazione
distribuita”) anche per le fonti rinnovabili,
a iniziare da quelle connesse in media
tensione, così da ricostituire i margini di
riserva laddove tutte le altre alternative per
conseguire il medesimo obiettivo risultino
impraticabili. Questa soluzione implica una
maggiore integrazione tra quanto regolato
e monitorato da Terna sulla rete di alta
tensione e quanto, invece, di competenza dei
distributori sulle reti MT e BT: la formazione di
un Catasto Unico degli Impianti (di prossima
ultimazione, prevista per il 2012) va, appunto,
in questa direzione. Un secondo intervento
possibile riguarda la promozione di una
maggiore responsabilizzazione degli utenti
del dispacciamento di impianti alimentati da
fonti rinnovabili non programmabili in relazione
alla efficiente previsione dell’energia elettrica
immessa in rete, evitando che i connessi
costi di sbilanciamento continuino a gravare
sui soli consumatori di energia elettrica.
L’obiettivo dell’Autorità per l’Energia è di
introdurre una regolazione cost reflective
del servizio di dispacciamento anche nel
caso di unità di produzione alimentate da
fonti rinnovabili non programmabili (oneri
di sbilanciamento). Attualmente il sistema,
per l’energia immessa da impianti a fonti
rinnovabili non programmabili riconosce un
premio per Corretta Previsione, introdotto
da una delibera del 2010 (solo per impianti
rilevanti) e ancora riconosciuto a tutti gli
impianti. La previsione è che questo tipo di
incentivo vada a finire per concentrare l’azione
sugli oneri (DCO n. 35/2012/R/EEL) e altri
tipi di meccanismi di mercato. Considerato
che, a oggi, le unità di produzione alimentate
da fonti rinnovabili non programmabili sono
tutte non abilitate alla partecipazione a MSD,
l’implementazione di una regolazione cost
reflective presupporrebbe almeno che, a
regime, si applichi il trattamento oggi previsto
per le unità non abilitate. Ciò significa che
gli sbilanciamenti delle fonti rinnovabili non
programmabili a regime terranno conto
del prezzo medio ponderato delle offerte
di acquisto accettate nel MSD ai fini del
bilanciamento in tempo reale, relativo alla
macrozona cui il punto di dispacciamento
appartiene. Infine il controllo delle condizioni
di sicurezza della riserva dovrebbero essere
affidati al gestore della rete di trasmissione,
ovvero Terna, che con cadenza periodica
quantificherebbe la massima penetrazione
della generazione da fonte rinnovabile
intermittente (con particolare riferimento agli
impianti eolici e fotovoltaici) compatibile con
l’assetto di sistema; Terna, inoltre, valuterebbe
gli interventi necessari al fine di garantire, in
condizioni di sicurezza per il sistema elettrico
nazionale, lo sviluppo delle fonti rinnovabili
tenendo conto degli obiettivi al 2020. Se, da
un lato, la normativa si impegna a stabilire
regole per una maggiore stabilità della rete e,
quindi, di penetrazione della produzione da
fonti rinnovabili, dall’altro l’azione si concentra
sul modo in cui promuovere la nuova potenza
installata da fonte rinnovabile.
Immissione in rete e autoconsumo
Nel momento in cui si scrive è presente una
bozza del prossimo conto energia che va in
questa direzione, ovvero nel contenimento
degli squilibri di rete.
La modalità di azione è abbastanza semplice,
si introduce una tariffa agevolata bimodale,
ovvero si incentiva in due modi differenti a
seconda che l’impianto produca e immetta
in rete oppure l’energia prodotta venga
autoconsumata prima dell’immissione. In
questo modo l’energia prodotta dall’impianto a
fonte rinnovabile, e qui si parla in maggioranza
di impianti fotovoltaici allacciati alle reti di
bassa e media tensione, non verrebbe mai
portata fino alla rete, privandola del costo dei
servizi di rete.
La previsione è che una tariffa incentivata per
l’autoconsumo permetterebbe di contenere
i problemi derivanti dall’immissione di
grandi quantità di energia non controllata
nelle reti BT e MT. Altri limiti da imporre per
contenere la “bolla” fotovoltaica dell’anno
passato potrebbero essere una limitazione
sulla dimensione massima degli impianti
incentivabili e limitazioni sulla tipologia, ad
esempio gli impianti “a terra” non sono fin da
ora più incentivabili.
Queste limitazioni hanno anche una
motivazione ultima, ovvero l’obiettivo di spesa
per l’incentivazione che andrebbe tarato,
per ogni semestre, in base alle installazioni
e agli obiettivi di potenza (Tabella) con un
meccanismo di aggiornamento per tener
conto di quanto effettivamente installato
nei mesi precedenti. Finora l’andamento
dell’incentivazione è stato abbastanza
disomogeneo (Figura 3).
Un nuovo conto energia così costruito
insieme alle nuove norme di connessione e
ai servizi di rete cui, sicuramente, saranno
obbligati i produttori da fonte rinnovabile
non programmabile apre scenari inusitati.
Da un lato ci saranno sforzi per prevedere
la produzione e accedere al mercato dei
servizi di dispacciamento, dall’altro ci sarà
una ricerca della migliore configurazione
d’impianto per prendere l’incentivo migliore
nell’ora del giorno corretta con un punto
interrogativo sulla possibilità di stoccaggio
di energia. In pratica avremo, globalmente,
una rete in grado di accogliere una maggiore
immissione di energia elettrica prodotta
da fonti rinnovabili non programmabili e
una crescita delle stesse: ora non resta
che attendere le decisioni finali e vedere
se, davvero, stiamo andando nella giusta
direzione: una rete sempre più “attiva”, in
tutti i livelli di tensione e una sempre maggior
presenza d’impianti diffusi sul territorio, a
servizio della rete e dell’autoconsumo.
Figura 3 - Valori annuali degli incentivi riconosciuti e dell’energia prodotta dagli impianti
ammessi al conto energia [Fonte GSE]