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n.5 marzo 2012
ROTONDA
TAVOLA
È anche evidente che il rovescio della medaglia è che per gli
utenti della rete che invece di aiutarla la sbilanciano sarebbe
giusto, ancorché siano utenti che producono da fonte rinnovabi-
le, che paghino una penale che compensi i sistemi di accumulo.
I sistemi di accumulo saranno in grado di stabilizzare le flut-
tuazioni sulla rete di trasmissione e sulle reti di distribuzione?
Se sì, con quale efficacia e quali prospettive per una maggiore
penetrazione delle fonti rinnovabili? È ipotizzabile un sistema
che costringa i produttori da fonte rinnovabile a finanziare si-
stemi di accumulo per la stabilizzazione del sistema elettrico,
oppure questo compito spetta solo al gestore? I sistemi di ac-
cumulo sono necessari anche in caso di adozione di inverter
attivi con regolazione della frequenza di immissione (cfr Aeeg
DCO 15/2011)?
Secondo Enel Distribuzione, lo scopo primario dei sistemi di ac-
cumulo nei sistemi di distribuzione è proprio quello di stabiliz-
zare la rete avendo come conseguenza quella di aumentare la
capacità della rete stessa di accogliere impianti di produzione.
Inoltre Enel si spinge a ipotizzare uno schema tale per cui chi
costruisce un impianto a fonte rinnovabile contribuisca anche a
finanziare sistemi di accumulo.
Questo schema, considerando i costi, è molto utile e applicabile
per impianti di taglie grandi, tipicamente impianti eolici da diversi
MW di potenza.
In alcuni Paesi è già previsto che siano i produttori da fonti rin-
novabili a farsi carico, in prima battuta, dell’impatto sulla rete e
viene quindi richiesta l’installazione di un sistema di accumulo di
una capacità pari a un cento percento della capacità dell’impian-
to di produzione.
“Nel caso della produzione da fotovoltaico – chiarisce Sessa – è
più sensato che queste applicazioni vengano curate dal Distri-
butore, che può quindi mettere “a fattor comune” tra più impianti
di una certa area gli apparati di storage. Una vota dimostrata la
fattibilità tecnica e la sostenibilità economica (per il sistema) di
questi apparati, occorrerà poi definire le regole di remunerazio-
ne.”
Le Smart grid sono un insieme complesso con molti ingredien-
ti. Nessuno è indispensabile o risolutivo. Tutti sono necessari e
danno il loro contributo. Gli inverter attivi sono complementari
agli storage, non risolvono ma aiutano la gestione di una rete
con molti impianti da energie rinnovabili, evitando il fenomeno
della cosiddetta isola indesiderata.
“Studi ed esperienze mostrano come l’effetto di stabilizzazione
della rete e la possibilità di sfruttamento degli asset esistenti
rappresenti un aspetto fondamentale per valorizzare l’impatto di
un sistema di accumulo – chiosa Murgia – Questo, infatti, dovrà
essere integrato alla rete mediante un sistema di controllo dei
flussi di potenza che permette di coprire con alta dinamica tutti
i punti di funzionamento (sui quattro quadranti potenza attiva-
potenza reattiva), aggiungendo cioè le funzionalità tipiche dei
dispositivi Facts (Flexible AC Transmission Systems).”
Secondo ABB, in una rete dove la generazione è fortemente
distribuita e i meccanismi di programmazione e pianificazione
non sono più centralizzati è naturale e inevitabile che anche le
funzioni di gestione della qualità dei parametri di rete venga a
sua volta distribuita.
Questo naturalmente implica una serie di sfide a livello di regola-
zione e controllo della rete che andranno affrontate nel prossimo
futuro. L’autorità sarà chiamata a definire regole di mercato con
identificazione di incentivi che vengano applicati ai sistemi di accu-
mulo, a partire dalla tipologia di installazione. Tali norme permette-
ranno non solo ai gestori delle reti, ma anche a soggetti diversi, di
partecipare all’implementazione di questi sistemi, definendo regole
e metodologie di valutazione e remunerazione che portino a iden-
tificare le soluzioni tecniche ed economiche più vantaggiose per il
sistema Paese.
Lo sforzo condotto da molte aziende del settore, tra cui l’innovativa
Celertech, è di garantire che i sistemi di accumulo aiutino la rete
a sopportare variazioni repentine dei carichi (brevi nel tempo) e
variazioni significative di carico (ampie in termini di potenza). “È
una nuova ed esaltante sfida tecnica e ingegneristica che tutti i
sistemi di distribuzione di energia elettrica si stanno ponendo – af-
ferma Vallone – specie alla luce del continuo sviluppo delle fonti
rinnovabili. Oramai è a tutti chiaro che se vogliamo includere altre
fonti rinnovabili sulle nostre reti dobbiamo possedere dei sistemi di
accumulo avanzati. Da più parti si è oramai posto il limite al 15-20%
di soglia della presenza di fonti rinnovabili (wind e PV) oltre la quale
la rete fa fatica a restare stabile.”
Il compito e gli oneri di consentire la presenza di sistemi di fonte rin-
novabile non può solo ed esclusivamente ricadere sul gestore della
rete, ma deve essere anche imputato agli utenti della rete inclusi
coloro che producono da fonte rinnovabile. I sistemi di accumulo
sono in ogni caso necessari, sebbene la presenza di inverter attivi,
che di fatto rende la rete ancora più smart, allevia le criticità del
sistema. Il punto nodale secondo Celertech è che il gestore della
rete, l’Aeeg, gli utenti del dispacciamento e dei servizi ancillari, non
sono ancora giunti a una scelta condivisa sulla nuova remunerazio-
ne dei sistemi di accumulo innovativi e sulla nuova struttura di rete
che si pensa di adottare nel prossimo decennio, con il rischio che
forse l’attuale contesto normativo possa risultare presto soggetto
a obsolescenza di fronte a cambiamenti così radicali nel settore
dell’energia come quelli visti da 10 anni a questa parte.