Page 36 - Energie & Ambiente n. 5

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SOLUZIONI
ACQUA
Liquidi leggeri emulsionati con
l’acqua – e tendenti a galleggiare
su questa – sono prodotti come
rifiuti liquidi in numerose attività.
In forma di oli e grassi minerali,
non polari, sono prodotti nelle
stazioni di servizio e lavaggio di
veicoli, auto-rimesse, piazzali di
sosta, auto-officine. In forma di
oli e grassi vegetali e animali,
nelle cucine delle abitazioni e
degli insediamenti commerciali,
nonché negli stabilimenti che
producono pasti o conservano
alimenti.
Per separazione degli oli
dall’acqua, si utilizzano dei
manufatti chiamati disoleatori,
il cui principio di funzionamento
è la differenza di densità tra il
liquido leggero e l’acqua. I valori
estremi di densità dei liquidi
leggeri che si incontrano in
pratica sono 0,68 kg/dm
3
(per la
benzina) e 0,92 per l’olio d’oliva,
passando per 0,82 – 0,84 (il
gasolio per autotrazione).
In tutto lo svolgimento seguente
ci si occuperà solo di oli e grassi
minerali, il cui comportamento
è il più semplice, ed è
convenzionalmente riassunto da
quello del gasolio.
In base al modo di funzionare
si possono distinguere due tipi
di disoleatori: i gravitazionali
(statici), più semplici, dai quali
ci si aspettano – come requisito
minimo – perdite di gasolio non
superiori ai 100 mg/dm
3
; e quelli
con filtro a coalescenza, con
efficienza maggiore e perdite di
gasolio inferiori ai 10 mg/dm
3
.
I disoleatori statici di solito sono
dimensionati empiricamente,
con tempi di ritenzione idraulica
(TDI) giudicati sufficienti, calcolati
sulla massima portata scaricata.
Questo criterio in verità dovrebbe
essere associato a quello del
carico idraulico superficiale (CS).
I disoleatori possono essere
costituiti da un’unica vasca, o
da una vasca unica divisa in
compartimenti da un sistema
di setti; più raramente da due
vasche indipendenti collegate in
serie.
Nelle vasche con filtro a
coalescenza ci sono vari sistemi
per rimuovere le sostanze
leggere catturate: praticamente,
filtri di spugna poliuretanica o
pacchi lamellari.
I produttori di disoleatori
prefabbricati annoverano nei
loro cataloghi diversi modelli,
adatti a varie situazioni di
utilizzo e di recapito finale dello
scarico. Il DLgs 152/06 “Norme
in materia ambientale”, nella
tabella 3 dell’allegato 5 della
Parte terza (che nella Sez. II
tratta della “Tutela delle acque
dall’inquinamento”), prescrive
per gli idrocarburi totali 5 mg/dm
3
come valore limite di emissione
in acque superficiali e 10 in
fognatura.
Questi valori praticamente
limiterebbero l’uso dei disoleatori
statici a quelli di Classe I (vedi
più avanti). La principale Norma
che si applica ai disoleatori è la
UNI EN 858-1:2005 “Impianti
di separazione per liquidi
leggeri (…), Parte 1: Principi di
progettazione, prestazione e
prove sul prodotto, marcatura
e controllo qualità”. La norma
divide i “separatori” in due classi
secondo la concentrazione
massima ammissibile di olio
(minerale) residuo: per la classe
I questa è 5,0 mg/dm
3
; per la II,
100. Non sono definite situazioni
intermedie.
La norma prescrive:
- i requisiti del materiale, a
seconda si tratti di calcestruzzo,
di materiale metallico o di materie
plastiche;
- i requisiti di progettazione;
- indicazioni sulle prove di
stabilità strutturale;
- requisiti funzionali;
metodi di prova e metodi di
analisi dei campioni dell’effluente.
Per le prove di efficienza, la
norma prevede che il separatore
sia montato e collegato in un
banco di prova che esegue le
funzioni di alimentazione continua
dell’acqua, alimentazione dosata
di liquido leggero, miscelazione,
e misura della portata. Il fluido
di prova deve essere olio
carburante in conformità alla
Norma ISO 8217, designazione
ISO-F-DMA (in pratica, gasolio),
e va alimentato per mezzo di
pompa dosatrice alla camera di
raccolta.
La norma prevede che sia
sottoposto a prova solo il
comparto di “separazione
di liquidi leggeri”, quindi
nei separatori combinati si
deve introdurre un sistema
temporaneo di by-pass dell’unità
di sedimentazione.
Il sistema, banco di prova
più separatore, deve essere
* Libero professionista, Collaboratore del Dip. di Ingegneria Civile, Ambientale e Aerospaziale (Dica) –
Area Idraulica e Ambientale, Università degli Studi di Palermo
**Professore associato, Dica, Università degli Studi di Palermo
***Neo-laureato in Ingegneria Civile, Università degli Studi di Palermo
DISOLEATORI STATICI
per il trattamento delle acque di piccole e medie utenze
Per rimuovere gli oli dalle acque reflue di piccole e medie
utenze si utilizzano molto i disoleatori prefabbricati. Le
verifiche di tre disoleatori commerciali di tipo statico hanno
suggerito il limite inferiore per il tempo di detenzione
idraulica e quello superiore per il carico superficiale. Le
vasche bi-stadio non hanno dimostrato vantaggi sulle
mono-stadio
Placido Alfredo Lanza *, Salvatore Nicosia **, Giuseppe Licata***
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n.5 marzo 2012