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In adempimento al Decreto ministeriale 82 dell’11 aprile 2011 in
vigore dal 9 giugno scorso, le fatture (o gli scontrini fiscali) emesse
per l’acquisto degli pneumatici delle sei aziende socie di Ecopneus
(Bridgestone, Continental, Goodyear-Dunlop, Marangoni, Michelin,
Pirelli), ora indicano in modo chiaro e trasparente il contributo ambientale che
copre i costi di gestione e recupero degli pneumatici fuori uso (PFU). Oltre a
prevedere la trasparenza di questo valore, la nuova disposizione normativa
stabilisce l’obbligo per i produttori e importatori di pneumatici di organizzare su
tutto il territorio nazionale la raccolta, il trattamento e il recupero di questi materiali.
A questo scopo, le principali aziende produttrici o importatrici di pneumatici in Italia
hanno da tempo costituito Ecopneus, una società senza fini di lucro che costituisce
il principale interlocutore del sistema che dovrà garantire la gestione degli PFU
su tutto il territorio nazionale. I contributi individuati dal Ministero dell’Ambiente
per i produttori soci di Ecopneus sono riportati in Tabella. Con la definizione di tali
contributi, si entra nell’operatività della raccolta e recupero e prende il via il ritiro degli
PFU da parte di Ecopneus, attraverso la rete di operatori selezionati, presso oltre
30.000 tra gommisti, autofficine, sedi di flotte di veicoli su tutto il territorio nazionale
e il successivo invio agli impianti per il trattamento. È dunque da oggi possibile
per gli operatori del ricambio registrati a Ecopneus, richiedere il ritiro gratuito degli
PFU inserendo la richiesta sul sito
Per chi, invece, non ha ancora
effettuato la registrazione può farlo sul sito
rea Iscrizione
Operatori. Verrà inoltre completata la procedura relativa alla partecipazione a
Ecopneus di altri produttori e importatori soggetti all’obbligo. Il contributo ambientale,
scorporato in fattura, controllabile e tracciabile in ogni suo passaggio, serve
esclusivamente a coprire i costi di un sistema efficiente ed efficace di gestione
degli PFU, garantendo alla collettività e al Paese una serie di vantaggi. L’obiettivo
di recupero che la normativa impone ai produttori e importatori per il 2011 è pari al
25%del quantitativo di pneumatici immessi al consumo nel 2010, mentre l’obiettivo
finale della normativa è quello di intercettare (dal 2013 in poi) il 100%dei pneumatici
che ogni anno arrivano a fine vita in Italia, eliminando flussi illegali e non controllati
che rappresentano un danno per l’ambiente e il paesaggio e un grave rischio per le
popolazioni, in caso di incendio. Ogni anno in Italia arrivano a fine vita oltre 380.000
tonnellate di pneumatici. Fino a oggi, circa il 20%di questi PFU veniva raccolto e
avviato a impianti per il recupero del materiale, circa il 50% finalizzato a recupero
energetico e il 25% si immetteva in circuiti non controllati, facendo sì che se ne
perdessero le tracce.
Pneumatici: trasparenza
per i contributi ambientali
L’Empire Field Stadium
di Vancouver,
costruito utilizzando
22.000 PFU.
Categoria Veicoli utilizzatori
Pesi min - max
(in kg)
Contributo
ambientale
(euro/pneumatico)
A
Ciclomotori e motoveicoli
(ciclomotori, motocicli, motocarri
ecc.)
A
1 (2-8)
1,50
B
Autoveicoli e relativi rimorchi
(autovetture, autovetture
per il trasporto promiscuo,
autocaravan ecc.)
B1 (6-18)
3,00
C
Autocarri, autobus (autotreni,
auto snodati, auto articolati,
filoveicoli, trattori stradali
ecc.)
C1 (20-40)
C2 (41-70)
12,10
23,50
D
Macchine agricole, macchine
operatrici, macchine
industriali (trattori, escavatori
ecc.)
D0 (<4)
D1 (4-20)
D2 (21-40)
D3 (41-70)
D4 (71-110)
0,90
4,00
9,80
18,80
29,00