Energia Plus

Brexit: quali prospettive per il settore energia e ambiente?ERT

Storicamente quello dell’energia è stato un settore in cui l’UE ha faticato a trovare un accordo e gli Stati membri, di conseguenza, hanno avuto un alto grado di indipendenza. Il nucleare e il carbone come fonti per la produzione di energia elettrica, ad esempio, sono aree in cui gli stati membri hanno storicamente avuto una visione radicalmente diversa.
L’effetto più immediato nel settore dell’energia sarà, secondo Frost & Sullivan, l’impatto negativo di un aumento del prezzo dei carburanti, dovuto a una sterlina più debole. Tuttavia, ciò è semplicemente il risultato di una fluttuazione nel valore relativo della valuta. “Dato che la Bank of England ha rilasciato dichiarazioni forti riguardo un possibile intervento immediato, non si prevede che ciò avrà un impatto duraturo sul mercato” afferma John Raspin, Partner.

Frost & Sullivan prevede i seguenti sviluppi:

Nel settore dell’ambiente, il quadro normativo dell’Unione Europea è stato fondamentale per dare forma al settore nel Regno Unito, specialmente grazie agli standard relativamente elevati fissati per la tutela dell’ambiente all’interno della direttiva quadro sullo acque (Water Framework Directive) e delle direttive di supporto, come ad esempio la direttiva sull’acqua potabile (Drinking Water Directive), la direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (Urban Wastewater Treatment Directive), la direttiva sui fanghi di depurazione (Sewage Sludge Directive), la direttiva sul controllo e la prevenzione dell’inquinamento industriale (Industrial Pollution Control and Prevention Directive) e la direttiva sulle acque di balneazione (Bathing Water Directive). Anche le direttive dell’Unione Europea per il settore del riciclaggio dei rifiuti hanno avuto un’influenza significativa sugli investimenti tanto necessari nel settore dei rifiuti nel Regno Unito, in cui la percentuale di riciclaggio è circa del 40%. Gli standard dettati dalla direttiva sull’economia circolare dell’UE (EU Circular Economy Directive) avrebbero inoltre richiesto che il Regno Unito investisse nel riciclo delle acque reflue per raggiungere uno standard più elevato, pari al 65% delle acque reflue riciclate entro il 2030.

“Le direttive UE sono state estremamente benefiche per migliorare qualità dell’ambiente e ottenere una differenza significativa; un esempio chiave è la certificazione di Bandiera Azzurra per le spiagge. Recentemente, nel 2014, la percentuale record del 99% delle acque di balneazione del Regno Unito ha registrato una qualità buona o eccellente; ciò è ampiamente dovuto alla direttiva sulle acque di balneazione, che ha richiesto investimenti significativi nell’ambito del trattamento delle acque reflue con scarico diretto in mare” ha sottolineato Fredrick Royan, Vice President.