Occorre una svolta digitale, le ESCo sono un’opportunità per aumentare la competitività delle imprese: 7,1 miliardi di euro di investimenti complessivi, di cui un terzo (ovvero 2,3 miliardi di euro) riferiti al comparto industriale cresciuto del 4% rispetto al 2017, e un numero di ESCo (Energy service company) certificate pari a 369, con un aumento degli occupati (cresciuto del 10%) che oggi si attesta a 10.845 unità. Questi i principali dati contenuti nell’Energy Efficiency Report, la ricerca condotta dagli esperti del Politecnico di Milano sul mercato dell’efficienza energetica 2018.
“Il documento, il cui tema centrale sono ‘Le sfide dello smart manufacturing per ESCo e Utilities’, pone in questa edizione l’efficienza energetica come driver di sviluppo per l’economica del Paese, concentrandosi sul ruolo delle ESCo nell’accompagnare l’industria verso una sempre più compiuta transizione energetica. La smart energy è uno dei pilastri della quarta rivoluzione industriale, che non potrà dirsi compiuta se anche la questione energetica non entrerà nell’agenda degli attori economici, come priorità per le singole aziende che, indipendentemente dal comparto di riferimento, vorranno rimanere sul mercato in maniera competitiva” commenta Francesco Campaniello, Direttore Generale di Avvenia, società del Gruppo Terna.
“Nel mercato dell’efficienza energetica c’è spazio per tutti: lo dimostra la nascita di nuove ESCo certificate, l’incremento degli occupati a due cifre nel 2018, gli investimenti in crescita considerando gli scenari ottimistici sia quelli più prudenti. Siamo in una fase di estrema maturità per il mercato” continua Campaniello “ma d’ora in avanti le ESCo dovranno essere sempre più consapevoli del proprio ruolo. Oggi riscontriamo un forte gap digitale nella realizzazione della smart manufacturing. La prima grande sfida cui le ESCo sono chiamate a concorrere è proprio l’applicazione del digitale al campo dell’efficientamento energetico: dunque utilizzo dei big data, controllo da remoto in tempo reale, la manutenzione predittiva, la gestione della ‘fabbrica connessa’ in ogni sua articolazione. Possiamo dire che, nel nostro Paese, tutto ciò è solo agli inizi, ma quando tutti comprenderanno come il tema dell’efficienza energetica inciderà sulle imprese migliorandone le performance e i margini operativi, quello che oggi è considerato un costo o un obbligo di legge, verrà visto come un passaggio necessario. E questo alla luce di una sensibilità sempre più marcata verso la sostenibilità ambientale che ha effetti positivi sulla competitività delle imprese”.